{"id":78604,"date":"2021-04-25T17:00:00","date_gmt":"2021-04-25T08:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/voyapon.com\/it\/?p=78604"},"modified":"2021-11-10T11:36:19","modified_gmt":"2021-11-10T02:36:19","slug":"cultura-kawaii-harajuku","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/voyapon.com\/it\/cultura-kawaii-harajuku\/","title":{"rendered":"Sebastian Masuda e la Cultura Kawaii di Harajuku: una Ribellione Urbana"},"content":{"rendered":"\n

Cosa ha a che fare Hello Kitty con il Trattato di mutua cooperazione e sicurezza tra USA e Giappone e con le proteste del maggio ’68 in Francia? Com’\u00e8 possibile che l’estetica barocca e rococ\u00f2 francese del XVII e XVIII secolo abbia ispirato una ribellione controculturale in Giappone nella seconda met\u00e0 del XX secolo?<\/p>\n\n\n\n

Torniamo per un momento al 2004. In quell’anno, l’album di debutto da solista di Gwen Stefani sorprese il mondo del pop commerciale occidentale e mise il nome Harajuku (\u539f\u5bbf)<\/strong> sulla bocca di tutti. L’ex cantante dei No Doubt<\/em> rivel\u00f2 di essersi innamorata perdutamente dell’eccentrica street art del famoso quartiere. E fece in modo di dimostrarlo con entusiasmo: oltre a includere ballerini giapponesi in tutte le sue esibizioni, rese omaggio a questa straordinaria fusione estetica in molti dei suoi video musicali, in quella che ora \u00e8 conosciuta come la sua fase delle Harajuku Girls<\/em>.<\/p>\n\n\n\n