{"id":80945,"date":"2021-10-15T17:48:04","date_gmt":"2021-10-15T08:48:04","guid":{"rendered":"https:\/\/voyapon.com\/it\/?p=80945"},"modified":"2024-12-02T06:32:29","modified_gmt":"2024-12-01T21:32:29","slug":"yurei-fantasmi-giapponesi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/voyapon.com\/it\/yurei-fantasmi-giapponesi\/","title":{"rendered":"Yurei: i Fantasmi Nella Cultura Giapponese Attraverso la Storia"},"content":{"rendered":"\n
In moltissime culture, i defunti rivestono un ruolo di grande rilevanza. E il Giappone non fa eccezione: la morte \u00e8 importante quasi quanto la vita<\/a>.<\/strong> Quando una persona muore, la sua anima viaggia verso lo yominokuni<\/em> (\u9ec4\u6cc9\u306e\u56fd), il regno dei morti shintoista, o l’anoyo<\/em> (\u3042\u306e\u4e16), l’aldil\u00e0 buddista. Ma la strada per arrivarci non \u00e8 facile, e qualsiasi ostacolo lungo il percorso pu\u00f2 trasformare lo spirito del defunto in uno yurei <\/em>(\u5e7d\u970a), un fantasma giapponese<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n Queste anime, intrappolate tra il mondo dei vivi e quello dei morti, sono entrate a far parte della narrazione giapponese<\/strong> attraverso leggende, dicerie, tradizioni e misteri, e sono sopravvissute fino ai giorni nostri. Un chiaro esempio \u00e8 il Festival dell’Obon<\/strong>, una delle date pi\u00f9 importanti del calendario giapponese: durante queste giornate, le famiglie giapponesi si riuniscono per onorare i loro antenati.<\/p>\n\n\n\n Armatevi di coraggio e tuffatevi nel mondo degli yurei<\/em>! <\/p>\n\n\n\n Prima di iniziare, spiegher\u00f2 brevemente il significato della morte in Giappone, cos\u00ec da capire meglio la provenienza degli yurei<\/em>.<\/p>\n\n\n\n Secondo la tradizione shintoista, tutti abbiamo una divinit\u00e0 dentro di noi – simile al nostro concetto di “anima”, racchiusa nel corpo. Quando moriamo, l’entit\u00e0 divina si libera uscendo dai nostri corpi.<\/p>\n\n\n\n Questo spirito deve raggiungere l’aldil\u00e0, il che pu\u00f2 rivelarsi un compito assai arduo. Ecco perch\u00e9, quando un membro della famiglia muore in Giappone, i parenti in vita devono vegliare sul defunto, aiutarlo e accompagnarlo durante il suo viaggio nell’altro mondo compiendo determinati rituali.<\/strong> Una volta superati tutti gli ostacoli, questo antenato veglier\u00e0 sui suoi familiari sulla terra per proteggerli da qualsiasi disgrazia.<\/p>\n\n\n\n Tuttavia, le anime di coloro che hanno subito una morte innaturale, che hanno lasciato alcune questioni in sospeso o che non hanno avuto una cerimonia ben eseguita<\/strong>, rimangono spesso bloccate tra la vita e la morte. Gli yurei <\/em>sono proprio queste anime agonizzanti, le quali non troveranno pace finch\u00e9 non avranno risolto i loro problemi terreni<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n La parola yurei<\/em> deriva dai kanji<\/em>, y\u016b<\/em> <\/em>(\u5e7d \u2013 evanescente, ma anche oscuro) e rei<\/em> (\u970a \u2013 anima\/spirito). Gli yurei<\/em> hanno spesso una forma umana ma senza piedi<\/strong>, fluttuano nell’aria. I loro capelli sono lunghi e neri<\/strong>, e indossano il kimono bianco<\/strong> che viene usato durante i riti funebri. Possono inoltre presentare ferite o qualche deformit\u00e0<\/strong>, in quanto assumono l’aspetto che avevano poco prima di morire.<\/p>\n\n\n\n Notate bene per\u00f2 che uno yurei<\/em> non \u00e8 uno yokai<\/a><\/em><\/strong>. La differenza maggiore sta nel fatto che gli yokai <\/em>sono esseri soprannaturali ma terreni, non sono morti. Se volete saperne di pi\u00f9, date un’occhiata all’articolo in cui parliamo di questi esseri (presto disponibile).<\/p>\n\n\n\n Esistono diversi tipi di yurei<\/em><\/strong>, classificati in base alla loro agonia terrena. Per esempio, gli onryo<\/strong><\/em> (\u6028\u970a) sono fantasmi vendicativi<\/strong> che nel momento della loro morte hanno provato forte risentimento<\/strong> verso qualcosa o qualcuno. Ci sono poi i kosodate yurei<\/em><\/strong> (\u5b50\u80b2\u3066\u5e7d\u970a), spiriti di madri morte durante il parto<\/strong> e tornate sulla terra per prendersi cura dei loro figli.<\/p>\n\n\n\n E infine voglio citare i funa<\/em><\/strong> yurei<\/em><\/strong> (\u8239\u5e7d\u970a), le anime delle persone morte in mare<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n Alcuni yurei <\/em>sono consapevoli della loro situazione, per cui \u00e8 possibile dialogarci, se non addirittura aiutarli a risolvere il problema che li tiene legati alla terra dei vivi. Ma esistono anche i jibakurei<\/em><\/strong> (\u5730\u7e1b\u970a), fantasmi legati a un luogo specifico. Questi ultimi sono i pi\u00f9 temibili, poich\u00e9 vincolati da una maledizione<\/strong> (\u795f\u308a, tatari<\/em>) che pu\u00f2 intrappolare chiunque entri in contatto con loro.<\/p>\n\n\n\n Credenze riguardati spiriti soprannaturali, superiori e temibili sono profondamente radicate nella religione dominante<\/strong> del Giappone<\/strong> (un peculiare mix tra shintoismo e buddismo<\/a>), la quale ha influenzato notevolmente la cultura e la societ\u00e0 giapponesi fino ai giorni nostri. \u00c8 presente sia l’idea shintoista<\/strong> secondo cui vi \u00e8 uno spirito o kami<\/em> (\u795e – Dio) in tutti gli esseri e in tutte le cose, sia la credenza buddista<\/strong> dell’aldil\u00e0.<\/p>\n\n\n\n Possiamo trovare alcune figure primitive dei fantasmi nella cultura Ainu dell’Hokkaido: secondo le loro antiche credenze, gli spiriti (takup<\/a><\/em>) non erano altro che la parte malvagia di una persona e inviavano messaggi ai vivi attraverso i sogni.<\/p>\n\n\n\n Nella cultura giapponese si \u00e8 sempre temuta l’ira di coloro che non possono riposare in pace. Ecco perch\u00e9, ogni volta che un imperatore moriva, era necessario il trasferimento in un altro palazzo<\/strong>: si credeva, infatti, che gli yurei<\/em> dell’ex imperatore potessero pedinare e perseguitare il suo successore.<\/p>\n\n\n\n Lo stesso accadeva con il famoso rituale suicida dello harakiri<\/em> (\u8179\u5207\u308a), o seppuku<\/em> (\u5207\u8179): quando un <\/em>samurai perdeva una battaglia, gli veniva concesso di morire \u201ccon dignit\u00e0\u201d<\/strong>, ovvero togliendosi lui stesso la vita. In questo modo si evitava di richiamare un possibile yurei<\/em> vendicativo in seguito alla sua morte.<\/p>\n\n\n\n Dal periodo Heian (794 \u2013 1185)<\/strong>, nacquero numerose pratiche religiose per placare gli spiriti. Fu fondato persino un culto, detto Goryo Shinko, i cui templi erano dedicati proprio alle anime tormentate. Tuttavia, non \u00e8 necessario tornare indietro di secoli per poter visitare i luoghi sacri atti a calmare questi spiriti inquieti: \u00e8 il caso del controverso Santuario Yasukuni di Tokyo, dedicato ai caduti della Seconda Guerra Mondiale.<\/p>\n\n\n\n In seguito al terremoto e allo tsunami del T\u014dhoku del 2011<\/a><\/strong>, poich\u00e9 molte persone sono morte in preda alla paura, sono nate numerose storie spaventose legate alla comparsa di yurei<\/em>. Richard Lloyd Parry, un giornalista del Times di Londra in Asia, si \u00e8 occupato di questo caso. Durante la sua ricerca, ha scoperto storie di mogli che vedevano i loro mariti morti o di telefonate con richieste di aiuto ai vigili del fuoco provenienti da case che non esistevano pi\u00f9.<\/p>\n\n\n\n Non desta chiaramente sorpresa il fatto che una parte cos\u00ec importante della cultura giapponese, quali i fantasmi, sia presente anche nel campo dell’arte.<\/p>\n\n\n\n Molti artisti del periodo Edo hanno realizzato opere d’arte legate agli yurei<\/em> in dipinti e xilografie ukiyo-e<\/a><\/em><\/strong>. Uno dei primi dipinti fu Il fantasma di Oyuki<\/em>, creato nel 1750 da Maruyama Okyo e basato sull’esperienza personale dell’artista. Una notte, egli si svegli\u00f2 vedendo l’immagine inconfondibile della sua amante morta. L’apparizione lo sciocc\u00f2 a tal punto che decise di farne un dipinto, attribuendole tutte le caratteristiche di uno yurei<\/em>.<\/p>\n\n\n\n Se siete interessati a vedere altre opere d’arte a tema, ogni anno nel mese di agosto potete visitare la collezione del Tempio Zenshoan<\/a><\/strong> (\u5168\u751f\u5eb5, Yanesen, Tokyo) con 50 dipinti di diversi yurei<\/em>.<\/p>\n\n\n\n Anche alcuni dipinti contemporanei attingono alla cultura degli yurei<\/em>. Per esempio, negli Hiroshima Panels<\/a>, la coppia di artisti Maruki Iri e Toshi Marukiha ha creato una serie di disegni che riflettono le conseguenze della bomba atomica.<\/strong> Il primo della collezione si chiama proprio Yurei<\/em> e rappresenta tutte le anime che sono diventate fantasmi perch\u00e9 non potevano riposare in pace.<\/p>\n\n\n\n La narrativa gioca un ruolo importante nella diffusione e creazione di storie dell’orrore. Troviamo personaggi che rappresentano yurei<\/em> dall’antico Kojiki<\/em> (\u53e4\u4e8b\u8a18), cronaca di miti, leggende e resoconti orali della storia del Giappone risalente all’VIII secolo, fino al romanzo contemporaneo Kafka sulla spiaggia<\/em> di Haruki Murakami.<\/p>\n\n\n\n Durante il periodo Edo, storie dell’orrore chiamate kaidan<\/em> (\u602a\u8ac7) divennero molto popolari<\/strong>. Numerosi scrittori viaggiarono in varie citt\u00e0 e villaggi all’apposita ricerca di storie e leggende locali sui fantasmi yurei<\/em>.<\/p>\n\n\n\n Tre delle storie pi\u00f9 conosciute in Giappone sono quelle dei San O-Yurei<\/em>, i tre grandi fantasmi<\/strong>. Il primo \u00e8 Oiwa<\/strong> (\u304a\u5ca9), lo yurei<\/em> dell’odio (un adattamento dell’originale cinese). Il secondo \u00e8 Otsuyu<\/strong> (\u304a\u9732), lo yurei <\/em>dell’amore, creato per una tradizionale rappresentazione teatrale kabuki<\/em>. Ultimo ma non meno importante \u00e8 Okiku<\/strong> (\u304a\u83ca), lo yurei<\/em> del tormento, un racconto popolare di provenienza incerta.<\/p>\n\n\n\n Quest’ultimo dei San O-Yurei<\/em> \u00e8 particolarmente significativo: sono moltissime le leggende che parlano del fantasma di Okiku. Nella versione nota come Bancho Sarayashi<\/em>ki (la dimora dei piatti), una serva di nome Okiku lavorava al servizio di una famiglia benestante. Questa famiglia possedeva un’importante collezione di dieci piatti in porcellana. Un giorno uno dei piatti scomparve e tutti accusarono Okiku, che in ultimo decise di gettarsi in un pozzo. Esistono molte versioni di questa storia, ma tutte hanno in comune la scomparsa del piatto e il tragico suicidio della serva. Anche se non ci sono prove certe, molti ritengono che il castello di Himeji<\/strong> sia il luogo in cui dimora il fantasma di Okiku.<\/p>\n\n\n\n Molti personaggi di yurei<\/em> compaiono in spettacoli del teatro no<\/em> (\u80fd) e kabuki<\/em> (\u6b4c\u821e\u4f0e)<\/strong>, poich\u00e9 la morte \u00e8 un tema ricorrente nella drammaturgia. Pi\u00f9 precisamente, il kabuki <\/em>\u00e8 stato il precursore di molte storie di fantasmi durante il periodo Edo.<\/strong> Questo tipo di teatro era destinato alla societ\u00e0 operaia, dove molti argomenti venivano trattati senza tab\u00f9. Nacque cos\u00ec un nuovo genere di kabuki <\/em>chiamato kaidan mono<\/em> (\u602a\u8ac7\u7269)<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n Fu proprio qui che ebbe origine l’idea fisica dello yurei<\/em>, cos\u00ec come lo conosciamo oggi: con il trucco chiamato aiguma<\/em><\/strong>, che si distingue per il suo pallore estremo, e gli occhi tipicamente neri e profondi (caratteristiche che possiamo notare anche in alcuni personaggi del film Ju-On<\/em> di cui parleremo tra poco). Anche le parrucche con i capelli lunghi erano essenziali, favorendo la paura irrazionale dei capelli femminili, per non parlare degli effetti speciali per dare l’illusione dell’assenza di gambe.<\/p>\n\n\n\n Gli yurei<\/em> non sono di certo scomparsi: anche in epoche pi\u00f9 recenti e ai giorni nostri rimangono delle presenze spaventosamente affascinanti.<\/p>\n\n\n\n Il mondo degli yurei<\/em> \u00e8 diventato noto nei paesi occidentali grazie ai film horror giapponesi (J-Horror<\/strong>).<\/p>\n\n\n\n Uno dei film pi\u00f9 famosi \u00e8 The Ring<\/em><\/strong> di Hideo Nakata (\u30ea\u30f3\u30b0, 1998), decisamente il film horror pi\u00f9 redditizio del Giappone. La storia parla di una videocassetta maledetta, la cui visione faceva uscire una ragazza dallo schermo del televisore. Il personaggio di Sadako ha le classiche sembianze di un fantasma giapponese e, uscendo da un pozzo, ci ricorda la storia di Okiku.<\/p>\n\n\n\n<\/figure>\n\n\n\n
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La Morte in Giappone<\/h2>\n\n\n\n
Caratteristiche degli Yurei<\/em><\/h2>\n\n\n\n
Gli Yurei<\/em> nel Corso della Storia<\/h2>\n\n\n\n
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Foto: Artelino<\/a><\/figcaption><\/figure>\n<\/figure>\n\n\n\n
Foto: The Japanese Art Data Base<\/a><\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\nFantasmi Giapponesi Nell’Arte<\/h2>\n\n\n\n
Dipinti e stampe artistiche Ukiyo-e<\/h3>\n\n\n\n
Foto: Wikipedia<\/a><\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n<\/figure>\n\n\n\n
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Narrativa e racconti tradizionali degli yurei<\/em><\/h3>\n\n\n\n
Foto: Artelino<\/a><\/figcaption><\/figure>\n<\/figure>\n\n\n\nYurei nel teatro tradizionale<\/h3>\n\n\n\n
Gli Yurei<\/em> Oggi<\/h2>\n\n\n\n
Film e J-Horror<\/strong><\/h3>\n\n\n\n
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