Non \u00e8 raro che le sottoculture giapponesi si espandano oltreoceano per poi esplodere in Occidente. Manga, anime e videogiochi sono solo alcuni dei passatempi che il Giappone ha esportato in Italia e nel mondo, e quando si tratta di intrattenimento, nuovi fenomeni culturali si susseguono uno dopo l’altro in una battaglia senza esclusione di colpi per conquistare un pubblico sempre pi\u00f9 vasto. E se talvolta le nuove mode giapponesi<\/a> fanno alzare il sopracciglio del pubblico pi\u00f9 old school<\/em>, non si pu\u00f2 negare che in pi\u00f9 di un caso il Giappone ci abbia visto lungo, lanciandosi in imprese pioneristiche e riuscendo a trasformare idee a dir poco curiose in fenomeni internazionali<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n
Gli artisti virtuali che andremo a scoprire in questo articolo non sono una trovata al 100% nipponica: gi\u00e0 a partire dal 2010, l’idea di creare contenuti online servendosi di avatar 3D aveva solleticato i primi avventurosi. \u00c8 per\u00f2 in Giappone che il fenomeno si espande esponenzialmente a partire dal 2016: grazie alla lungimiranza di alcune aziende, a oggi alcuni influencer virtuali fanno numeri da capogiro e vantano collaborazioni con importanti organizzazioni<\/strong>, tra cui l’Ente Nazionale del Turismo Giapponese (JNTO) che ha appuntato una di loro come ambasciatrice del turismo<\/a> in Giappone.<\/p>\n\n\n\n
Per saperne di pi\u00f9 sul fenomeno VTuber,<\/strong> continuate a leggere!<\/p>\n\n\n\n
Come suggerisce il nome, i Virtual YouTuber (o VTuber) sono degli YouTuber o streamer<\/em> virtuali che pubblicano i propri contenuti online servendosi di avatar digitali solitamente in stile anime. Proprio come i loro colleghi in carne e ossa, vloggano, giocano ai videogiochi, e chiacchierano con i loro fan su Twitch, YouTube e NicoNico<\/a>. Tutto questo \u00e8 reso possibile grazie alla tecnologia motion capture<\/em> che permette di tracciare i movimenti e le espressioni<\/strong> della persona dietro l’avatar, le quali vengono poi applicate ad un modello 2D o 3D e animate.<\/p>\n\n\n\n
Non si pu\u00f2 parlare di VTuber senza menzionare Hatsune Miku e i Vocaloid<\/a><\/strong>: si deve infatti anche al successo della idol<\/em> virtuale nata nel 2004 se il Giappone si \u00e8 accorto che era possibile creare un fenomeno culturale attorno a personaggi “diversamente reali”, programmabili, che non rischiano di commettere errori e dunque infangare l’agenzia di appartenenza<\/a> \u30fc la quale tra l’altro \u00e8 proprietaria di tutti i diritti d’immagine dell’avatar. Comodo, no?<\/p>\n\n\n\n