Avete mai sentito parlare di un teatro delle marionette in cui i burattinai sono pienamente visibili al pubblico? Nei Paesi Occidentali i burattinai vengono nascosti e resi parte delle rappresentazioni solo parzialmente. In Giappone non \u00e8 cos\u00ec: il teatro giapponese delle marionette \u00e8 chiamato bunraku<\/strong> e immerge gli spettatori in una nuova magica realt\u00e0. I burattinai si muovono come ombre dietro le loro marionette, manovrandole con una tale destrezza da far sembrare quasi che prendano vita<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n
Fin da piccola ho sempre amato l\u2019arte dei burattini: nella cittadina in cui sono cresciuta, ogni estate ammiravo incantata la figura di Pulcinella e le sue buffe storie. Potete quindi immaginare quanto sia stata incuriosita dal bunraku quando ne ho scoperto l\u2019esistenza. \u00c8 un tipo di teatro dalle caratteristiche molto particolari<\/strong>, diverse da quelle a cui ero abituata, destinato sicuramente a un pubblico pi\u00f9 adulto, e che mi ha affascinata a tal punto da sceglierlo come argomento di tesi per la mia laurea triennale. Non vi ho ancora convinti? Scopriamo insieme cosa lo rende cos\u00ec speciale!<\/p>\n\n\n\n
Il bunraku (\u6587\u697d) \u00e8 un tipico spettacolo dei burattini nato in Giappone alla fine del XVI secolo<\/strong> e caratterizzato dalla combinazione di tre arti<\/strong> gi\u00e0 presenti nel Paese: la manipolazione dei burattini, l\u2019accompagnamento dello shamisen<\/a> e la forma di recitazione detta jo<\/a>ruri<\/a>. <\/em>Il bunraku \u00e8 nato con il termine di ningyo j\u014druri <\/em>(\u4eba\u5f62\u6d44\u7460\u7483) e nel 2003 \u00e8 stato dichiarato parte del Patrimonio Culturale Immateriale dell\u2019UNESCO.<\/p>\n\n\n\n