{"id":82932,"date":"2022-05-10T16:31:58","date_gmt":"2022-05-10T07:31:58","guid":{"rendered":"https:\/\/voyapon.com\/it\/?p=82932"},"modified":"2024-02-27T15:21:40","modified_gmt":"2024-02-27T06:21:40","slug":"starbucks-in-giappone","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/voyapon.com\/it\/starbucks-in-giappone\/","title":{"rendered":"Starbucks in Giappone: Perch\u00e9 Ha Cos\u00ec Successo e le Location Migliori"},"content":{"rendered":"\n
Starbucks \u00e8, senza dubbio, un’istituzione molto amata in Giappone. Nei quasi vent’anni da quando la prima sede giapponese della catena statunitense di caff\u00e8 apparve a Ginza nel 1996, Starbucks \u00e8 cresciuta fino a includere pi\u00f9 di 1.600 punti vendita che costellano le strade delle citt\u00e0, le localit\u00e0 di campagna, le aree di sosta e qualsiasi altro posto in cui ci sia spazio per un locale. In effetti, il Giappone \u00e8 stata la prima sede internazionale di Starbuck da quando l’azienda ha iniziato nel 1971 lungo Pike Place, a Seattle<\/a>, negli Stati Uniti. Questo rende il rapporto tra Starbucks e il Giappone in qualche modo unico e speciale.<\/p>\n\n\n\n I numeri non sono tutto, ma la rapida crescita di Starbucks in Giappone spiega molte cose. Nel 2013 hanno guadagnato quasi 130 miliardi di yen<\/a> (circa 900 milioni di euro, al momento della stesura dell’articolo), e questo con 600 negozi in meno nel Paese. Da allora, hanno portato avanti un piano di espansione deciso e convinto, che ha portato all’apertura di 100 nuovi punti vendita all’anno. Nel 2015, hanno smesso di essere una societ\u00e0 quotata in borsa, e quindi di divulgare i loro documenti finanziari al pubblico, ma possiamo stare certi che Starbucks non si fermer\u00e0 nel prossimo futuro.<\/p>\n\n\n\n Questo tipo di crescita semplicemente non sarebbe possibile senza una motivazione concreta e potente alla base del legame tra Starbucks e il pubblico giapponese. Quindi, cosa rende Starbucks cos\u00ec attraente per il Giappone?<\/strong><\/p>\n\n\n\n Quando Starbucks ha aperto in Giappone, era la prima caffetteria di questo tipo nel Paese<\/a>. Al giorno d’oggi, \u00e8 facile dare per scontati certi aspetti di Starbucks: ordini personalizzabili, diverse dimensioni delle bevande, varie tipologie di latte tra cui scegliere, bevande speciali oltre al normale caff\u00e8, e cos\u00ec via. Ma all’epoca del lancio di Starbucks in Giappone, queste cose rappresentavano una totale novit\u00e0<\/strong>.<\/p>\n\n\n[the_ad id=”84393″]\n\n\n\n Prima e subito dopo la seconda guerra mondiale, a farla da padrone erano i kissaten<\/a><\/em>. In altre parole: semplici e piccole caffetterie, con pittoreschi interni in legno e men\u00f9 semplici, che comprendevano per lo pi\u00f9 caff\u00e8 nero classico. Essenzialmente, i kissaten<\/em> sono l’equivalente delle case da t\u00e8, per il caff\u00e8. Queste istituzioni dell’era Showa si trovavano ovunque a Tokyo, ma un po’ alla volta hanno iniziato a scomparire con la diffusione della cosiddetta “seconda ondata”<\/a> di coffee shop nel mercato globale: catene come Starbucks, Tully’s, Costa (nel Regno Unito) e Dunkin’ Donuts (negli Stati Uniti).<\/p>\n\n\n Starbucks era una mega catena che – grazie a una buona brand image<\/em> e arredamenti accattivanti <\/strong>– dava l’impressione di essere un’accogliente caffetteria locale. I prodotti erano coerenti tra le varie sedi, proprio come in qualsiasi catena, e la qualit\u00e0 era, in generale, di un livello pi\u00f9 alto rispetto ai kissaten<\/em> locali. Starbucks si riforniva di chicchi di caff\u00e8 da tutto il mondo, pretendeva uno standard pi\u00f9 alto ed etichettava chicchi e miscele in base alla provenienza (Verona, Guatemala, Colombia, Etiopia), cosa che li aiut\u00f2 ad attrarre sia gli aficionados del caff\u00e8 che i consumatori di tutti i giorni.<\/p>\n\n\n Inoltre, Starbucks \u00e8 sempre stato fin dall’inizio un ambiente completamente “no smoking”: un bel contrasto con l’atmosfera fumosa e stantia dei kissaten<\/em>, che ancora oggi sono associati a persone anziane e a uno stile di vita sorpassato. Al contrario, Starbucks sembrava pi\u00f9 moderno, pi\u00f9 alla moda e, come bonus aggiuntivo, veniva dagli Stati Uniti. Altri brand statunitensi, come McDonald’s o KFC<\/a>, si erano gi\u00e0 infiltrati in Giappone e rappresentavano il progresso sociale.<\/p>\n\n\n\n La verit\u00e0 \u00e8 che Starbucks \u00e8 sempre stata un’azienda progressista e inclusiva<\/strong>, e il Giappone se n’\u00e8 reso conto. Recentemente, nel luglio del 2020, Starbucks ha aperto il suo quinto negozio al mondo in lingua dei segni<\/a> proprio a Kunitachi, Tokyo.<\/p>\n\n\n\n Basta fare un salto in un qualsiasi Starbucks giapponese per notare persone di tutte le estrazioni sociali: coppie a un appuntamento, colleghi d’ufficio che discutono di affari, freelance con il computer portatile che occupano il loro tavolo per ore e ore, turisti che osservano la gente del posto e controllano le mappe sui loro cellulari, qualcuno che si ferma 10 minuti per collegarsi al wi-fi mentre va in stazione, studenti con fogli sparsi, penne e il loro immancabile frappuccino<\/em>. In breve, persone di tutti i tipi, impegnate in varie faccende personali o professionali, a qualsiasi ora del giorno.<\/p>\n\n\n\n Questa universalit\u00e0 si riflette anche nei prezzi di Starbucks, aumentandone l’attrattiva. Il pubblico giapponese tende a diffidare delle cose troppo economiche, ma vuole anche un buon rapporto qualit\u00e0-prezzo. I prezzi di Starbucks sono il compromesso perfetto: accessibili per chi non ha un budget alto (le bevande speciali spesso sono addirittura un po’ pi\u00f9 economiche rispetto ad altri Paesi), ma non esageratamente a basso costo per chi non vuole qualcosa di troppo cheap<\/em>.<\/p>\n\n\n Per chi viaggia, Starbucks \u00e8 l’ideale perch\u00e9 ha un’aria familiare e non serve sapere il giapponese per ordinare<\/a>. Le voci del menu infatti sono fondamentalmente le stesse ovunque, quindi un turista pu\u00f2 semplicemente dire “triplo grande hot soy latte”, per esempio, e il personale capir\u00e0. Inoltre, i cartelli con le bevande sono in inglese oltre che in giapponese, e in aree pi\u00f9 turistiche, come Shinjuku a Tokyo, sono sono stati assunti membri dello staff appositamente per interagire con clienti che non parlano giapponese (potreste persino trovare un assistente che vi indirizza a queste casse senza che ve ne rendiate conto). I viaggiatori saranno anche felici di sapere che le ordinazioni sono personalizzabili anche in Giappone, un grande vantaggio rispetto ad altri locali, che tendono a rifiutare modifiche alle voci in men\u00f9. Tenete solo presente che potreste imbattervi in qualche problema di traduzione nel caso di ordini pi\u00f9 complessi.<\/p>\n\n\n\n Anche se Starbucks ha lo stesso menu standard in tutte le filiali (americano<\/em>, latte<\/em>, cappuccino<\/em>), ci sono ovviamente articoli particolari che rendono il men\u00f9 “a misura di giapponese”. Un paio di queste bevande, come il “matcha latte<\/em>“, hanno preso piede anche altrove nel mondo. La maggior parte delle voci in esclusiva per il Giappone, per\u00f2, sono legate alle stagioni dell’anno e riflettono le ricorrenze (per esempio, la stagione dei fiori di ciliegio in primavera<\/a>, con una bevanda dolce color rosa, senza espresso) o gli ingredienti tipici (come le irresistibili bevande alla castagna in autunno, dolci ma non troppo). I giapponesi, in genere, vanno pazzi per gli articoli stagionali, che sono spesso molto ricercati e pubblicizzati. (Ma mi dispiace, amici degli Stati Uniti: niente pumpkin spice latte<\/em>. Inoltre, niente sciroppi aromatizzati da versare a piacimento nelle bevande).<\/p>\n\n\n\n Ci sono anche alcune caratteristiche uniche di Starbucks in Giappone, che riflettono la cultura locale. Per esempio, la fila va rispettata non solo quando si ordina una bevanda, ma anche quando la si riceve. Non ci si ammassa al bancone delle bevande in attesa che chiamino il proprio nome. Anzi, non viene chiamato nessun nome, se \u00e8 per questo. Gli impiegati annunceranno ogni bevanda, in ordine, quindi tenete lo scontrino a portata di mano nel caso ci siano problemi con la vostra ordinazione. E naturalmente, in epoca di COVID, guardate i cartelli a forma di piede sul pavimento per sapere dove sostare e come rispettare le regole di distanziamento sociale.<\/p>\n\n\n\n Un’altra piccola mania, legata meno al COVID e pi\u00f9 alla cultura, \u00e8 la cautela riguardo al toccare gli oggetti e invadere lo spazio personale. Cercate di limitare il contatto con prodotti come tazze e thermos a meno che non intendiate comprarli, e comportatevi educatamente evitando di appoggiarvi sulle cose, sbirciare oltre la cassa, prendere una bevanda che non \u00e8 la vostra, e cos\u00ec via. Proprio per questo, gli ordini che prevedono il latte di soia sono sempre accompagnati da un piccolo cartoncino, da prendere quando si effettua l’ordine e consegnare quando si riceve la bevanda. Questo aiuta a ridurre gli errori nel processo di ordinazione dovuti alle allergie e alla contaminazione incrociata dei contenitori che contengono il latte, delle fascette di cartone e cos\u00ec via. Dai un’occhiata qui a un tipico menu giapponese di Starbucks.<\/a><\/p>\n\n\n\n L’esperienza Starbucks in Giappone non si limita, per\u00f2, soltanto al caff\u00e8. Esistono alcune location uniche e particolarmente interessanti, come la filiale di Ninenzaka Yasaka Chaya a Kyoto, una machiya<\/em> di 100 anni fa ristrutturata. Oppure, la filiale Kitano Ijinkan a Kobe, un edificio in stile occidentale che sembra uscire fuori direttamente dal centro di Boston<\/strong>. Vale la pena dare un’occhiata anche al Kawagoe Kanetsuki Dori a Saitama<\/a>, che ha un’estetica dell’epoca Edo<\/strong> e una facciata aperta con un’ampia vetrata scorrevole.<\/p>\n\n\n\n In tutto il Giappone, esistono anche sedi Starbucks Roastery di fascia altissima, che hanno in men\u00f9 prodotti esclusivi e pi\u00f9 costosi. Il Roastery di Nakameguro a Tokyo<\/a>, per esempio, \u00e8 pi\u00f9 un parco a tema basato sul caff\u00e8 che una semplice caffetteria, con interni decorativi in bronzo, in stile steampunk<\/strong>, chicchi di caff\u00e8 sparati attraverso tubi lungo il soffitto, e articoli da collezione unici per il marchio Roastery.<\/p>\n\n\n\n Forse non c’\u00e8 bisogno di dirlo, ma questo genere di location offrono una variante non solo per quanto riguarda Starbucks in Giappone, ma per l’esperienza del caff\u00e8 in generale. Questo vale per i residenti locali che cercano un’oretta di evasione, o per i viaggiatori che vogliono approfittare dell’unicit\u00e0 del rapporto che il Giappone ha con Starbucks. Se decidete di avventurarvi in una di queste location speciali, preparatevi ad aspettare in fila all’esterno ancora prima di arrivare al bancone. Non importa quanto tempo dovrete attendere: potrebbe valerne la pena.<\/p>\n\n\n\nStarbucks \u00e8 stata la Prima Caffetteria del suo Genere in Giappone<\/h2>\n\n\n\n
Starbucks: un Posto per Tutti<\/h2>\n\n\n\n
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Quali sono gli Starbucks pi\u00f9 Belli e Originali del Giappone?<\/h2>\n\n\n\n