{"id":83985,"date":"2022-08-26T17:37:35","date_gmt":"2022-08-26T08:37:35","guid":{"rendered":"https:\/\/voyapon.com\/it\/?p=83985"},"modified":"2022-08-26T17:37:37","modified_gmt":"2022-08-26T08:37:37","slug":"matane-arrivederci-in-giapponese","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/voyapon.com\/it\/matane-arrivederci-in-giapponese\/","title":{"rendered":"Come Si Dice \u201cArrivederci\u201d in Giapponese?"},"content":{"rendered":"\n
La cultura di un paese si riflette nella sua lingua e nelle sue espressioni.<\/strong> Sebbene sia possibile tradurre la maggior parte delle parole di una lingua straniera, a volte il loro significato non \u00e8 identico o ha una sfumatura completamente diversa. Conoscere i codici di una lingua \u00e8 molto importante per comunicare e comprendere meglio il funzionamento di una societ\u00e0. In questo articolo, esamineremo il termine “matane” e i modi per dirsi “arrivederci” in giapponese.<\/p>\n\n\n\n Matane<\/em><\/strong> (\u307e\u305f\u306d) significa “ci vediamo dopo”, “ci vediamo presto<\/strong>“. Questa espressione \u00e8 composta da “mata” che significa “ancora” e dal suffisso “ne” che serve ad attirare l’attenzione del parlante, e che potrebbe essere tradotto come \u201cgiusto?\u201d o \u201cvero?\u201d. Questa espressione appartenente al registro colloquiale<\/strong> \u00e8 usata comunemente con familiari, amici e conoscenti. Non viene per\u00f2 utilizzata nel contesto lavorativo, che richiede l’uso di un linguaggio pi\u00f9 formale e delle forme cortesi del cosiddetto registro keigo<\/a><\/em>. Per salutare qualcuno prima di allontanarsi si pu\u00f2 anche usare solamente “mata”. Per renderlo ancora pi\u00f9 breve, ci si pu\u00f2 lasciare anche con un semplice “jaa ne”, che somiglia a un “ciao”. Se volete esprimere l’idea di rivedere presto il vostro interlocutore, potete anche dire “ci vediamo domani” che si traduce in giapponese come mata ashita<\/em> (\u307e\u305f\u660e\u65e5). Qui, come in “matane”, troviamo “mata” associato ad “ashita” che significa “domani”; una formula, quindi, che si avvicina molto a una traduzione letterale della versione italiana.<\/p>\n\n\n\n La parola pi\u00f9 famosa per dire “arrivederci” in giapponese \u00e8 “sayonara” <\/strong>ed \u00e8 questa che spesso impariamo ai corsi di giapponese. Fa parte del registro cortese e viene insegnata ai bambini che la ripetono al loro insegnante alla fine di ogni giornata. Eppure say\u014dnara<\/em> (\u3055\u3088\u3046\u306a\u3089) sarebbe pi\u00f9 vicina al nostro “addio”, comunicando l’idea che non rivedremo mai pi\u00f9 il nostro interlocutore. L’espressione “sayonara” si \u00e8 evoluta nel tempo. In passato si diceva sayonaraba<\/em> (\u5de6\u69d8\u306a\u3089\u3070), che potremmo tradurre letteralmente come \u201cse le cose stanno cos\u00ec\u201d: suona piuttosto forte e solenne, no? Ma non temete, se dite “sayonara” ai giapponesi, non ve ne faranno una colpa visto che siete stranieri.<\/p>\n\n\nCosa significa \u201cmatane\u201d in giapponese?<\/h2>\n\n\n\n
Come si dice \u201carrivederci\u201d in giapponese?<\/h2>\n\n\n\n