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Il quartiere di Akihabara (秋葉原) a Tokyo, comunemente noto come “Akiba”, è attualmente l’epicentro della cultura otaku in Giappone. Il termine otaku, un tempo peggiorativo, definisce tutte le persone fanatiche della cultura giapponese contemporanea, come i manga, l’animazione o i videogiochi. Situata a nord-est della capitale, Akihabara pullula di riferimenti alla cultura pop, per la gioia degli appassionati che bazzicano nella zona più elettronica del quartiere, Akihabara Electric Town. Questo quartiere, che nel corso degli anni è diventato rinomato in tutto il mondo, in origine non era il tempio della cultura pop giapponese che conosciamo oggi.

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Da Akihabara alla “Electric Town”

Per quanto l’attuale volto di Akihabara possa ormai risultare familiare, non tutti conoscono l’affascinante storia che si cela dietro questo emblematico quartiere di Tokyo.

Per molto tempo, Akihabara è stato un quartiere specializzato in componenti di apparecchi radio.

Una storia che risale al dopoguerra

La cosiddetta “Electric Town” è nata dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie soprattutto al mercato nero, gradualmente specializzatosi in componenti di apparecchi radio. All’epoca, la popolarità di questo sistema di telecomunicazioni ebbe un ruolo importante nell’espansione e nel successo del quartiere. Oltre ai pochi negozi di elettronica dell’anteguerra che riuscirono a riaprire, furono soprattutto i venditori ambulanti e le loro bancarelle a permettere al quartiere di diventare la “città elettrica”. Il governo metropolitano di Tokyo decise addirittura di mettere a disposizione dei venditori ambulanti un’apposita zona dedicata . Fu così che il Tokyo Radio Department Store aprì sotto la linea ferroviaria sopraelevata nel 1950.

Il quartiere di Akihabara nel 1976. Foto: John Lloyd

Seguì poi, qualche anno dopo, il boom degli elettrodomestici. La tecnologia dei produttori giapponesi divenne rinomata in tutto il mondo e il marchio “Made in Japan” era garanzia di qualità. Negli anni ’80 fecero la loro comparsa i primi negozi duty-free, per soddisfare la domanda di elettronica giapponese da parte dei turisti internazionali, soprattutto di macchine fotografiche.

La trasformazione di Akihabara

Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, in seguito a una serie di piani di riqualificazione che diedero forma al volto del quartiere, Akihabara si trasformò poco a poco in quella che conosciamo oggi. Nel decennio successivo, i nerd dell’informatica e gli appassionati di computer svilupparono gradualmente una passione per i videogiochi, gli anime, i manga e i numerosi prodotti derivati. Con il declino delle vendite di apparecchi elettronici, nuovi negozi specializzati andarono a soddisfare le richieste di questa nuova clientela. Anche le icone della cultura popolare giapponese hanno scandito la storia della metamorfosi del quartiere. Le AKB48 (abbreviazione di “Akihabara48”), uno dei più grandi gruppi musicali di idol femminili del Paese, hanno iniziato la loro avventura nel 2005 proprio ad Akihabara, grazie alla creazione di una propria sala per le esibizioni.

L’offerta smisurata di intrattenimento geek e otaku di Akiba si traduce oggi in una miriade di negozi e luoghi insoliti di ogni tipo. Le più grandi catene di negozi di elettronica, con un catalogo inimmaginabile, si confrontano con negozi specializzati indipendenti e sale giochi, in un ambiente in costante evoluzione in base alle tendenze e ai capricci della vita. La pandemia e il rallentamento dei profitti hanno inferto un duro colpo al settore negli ultimi anni. Persino un gigante come il marchio Sega si è trovato costretto a ritirarsi dal settore nel 2022, dopo oltre 50 anni di presenza nel mercato delle sale giochi. Ma come sempre, Akihabara risorgerà.

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Un quartiere dai mille piaceri

Quartiere tentacolare per eccellenza, Akihabara offre su un vassoio d’argento intrattenimento, attività e terreno di caccia per i collezionisti.

Il dominio del gaming

Che siano tra le più frequentate o di nicchia, le sale giochi sono innegabilmente un must per gli amanti del gaming. Ce ne sono alcune molto moderne, così come altre decisamente più vintage, che sicuramente piaceranno agli appassionati della prima ora. Sebbene l’industria delle sale giochi in Giappone al giorno d’oggi stia affrontando molte sfide, costretta a evolversi per adattarsi alle nuove tendenze e ai nuovi comportamenti della società, il quartiere è ancora una meta privilegiata per cimentarsi con i videogiochi arcade.

Con il boom del retrogaming, Akihabara riesce a offrire ai nostalgici e ai curiosi una vasta gamma di videogiochi vintage, pieni di pixel e ricordi d’infanzia. Gli appassionati si affollano nei piccoli negozi di retrogaming nella speranza di trovare una perla rara. Il rovescio della medaglia è che questa forte domanda ha purtroppo portato a un’esplosione dei prezzi. Le buone occasioni nei negozi stanno via via scomparendo, a causa di una politica dei prezzi sempre più avida. Ma con lo yen favorevole, rimane comunque l’opportunità di assecondare la propria passione.

Un’offerta variegata e in costante evoluzione

Anche le librerie giocano un ruolo importante nel successo del quartiere, che si cerchi una nuova uscita o un manga fuori catalogo. Gli scaffali, sommersi da tonnellate di libri, sono vere e proprie caverne di Ali Babà: agli appassionati non resta che armarsi di pazienza per trovare la perla più rara. I negozi che vendono giocattoli, action figure, DVD di anime e gadget sono altrettante tappe dei pellegrinaggi ad Akihabara. Novità o occasioni, duty-free o tax-free, l’abbondanza di tentazioni nel quartiere è davvero unica nel suo genere.

Ad Akihabara si trovano anche caffè a tema, dove il personale si veste secondo l’atmosfera del posto. I più popolari sono i famosi “maid café”, dove le ragazze sono vestite da cameriere d’altri tempi e il cibo punta tutto sul kawaii. Con l’inaugurazione di ogni nuovo negozio o punto vendita insolito, spesso nato per soddisfare un desiderio di nicchia, Akihabara si diverte a creare nuovi precedenti, spingendo i limiti sempre più in là. I marchi e i franchising lo sanno: non c’è mossa migliore per gli affari che aprire un caffè o un temporary store dedicato alla cultura pop ad Akihabara.

Orientarsi nel quartiere di Akihabara

Il mio consiglio è quello di girovagare per Akihabara a proprio piacimento, seguendo l’istinto, ma conoscere la struttura del quartiere può comunque migliorare la vostra esperienza.

Una meta decisamente accessibile

Facilmente raggiungibile tramite la rete ferroviaria JR (con la famosa linea Yamanote), la linea della metropolitana Hibiya e la linea privata Tsukuba Express, la stazione di Akihabara rimane la porta d’ingresso principale per visitare il quartiere. Anzi, è spesso un buon punto di partenza, con le pubblicità e i negozi pop-up che evocano immediatamente le tipiche tematiche della zona.

La stazione JR è la più trafficata delle tre, con due uscite principali: “Central” e “Electric Town” (un nome decisamente inequivocabile). L’uscita “Central”, in direzione est, è l’opzione consigliata per raggiungere uno dei grandi magazzini più famosi del quartiere, Yodobashi Camera Multimedia Akiba. Questo tempio dell’elettronica e dello shopping, con il suo colossale assortimento, è una tappa fondamentale di ogni visita ad Akihabara, che abbiate in mente un acquisto o che siate alla ricerca di qualcosa di insolito.

Il viale Chuo-dori, la spina dorsale del quartiere

Per raggiungere direttamente il cuore elettrico del quartiere, basta prendere l’uscita omonima, che immerge i visitatori direttamente nell’atmosfera di Akihabara con le sue variopinte luci al neon, i cartelloni pubblicitari giganti e la potenza dei decibel. Da qui, diverse strade fiancheggiate da grandi magazzini specializzati in cultura otaku e sale gioco con ufo catcher sovradimensionati sfociano nel viale Chuo-dori (chiuso al traffico la domenica pomeriggio).

La classica vista del viale Chuo-dori attraversato dalla linea ferroviaria JR Sobu.

Questa arteria fotogenica, che attraversa il quartiere, è un punto di orientamento fondamentale. Famoso per le sue insegne colorate e per la linea JR Sobu che lo attraversa, il viale è un punto di riferimento essenziale ogni volta che si fa un giro ad Akihabara. Attraversandolo, si scopre un altro aspetto del quartiere. Piccole boutique e negozi indipendenti si mescolano ai colossi locali, come la sale gioco GiGO. Il labirinto di strade a ovest di Chuo-dori è un invito allo shopping sfrenato in una delle zone più autentiche di Akiba.

Cinque indirizzi imperdibili per vivere Akihabara

Ecco una selezione personale di cinque indirizzi imperdibili del quartiere di Akihabara, ideali per scoprire l’essenza di questa mecca della cultura pop giapponese.

Mandarake Complex

Tra i negozi della catena giapponese Mandarake, quello di Akihabara è sicuramente uno dei fiori all’occhiello. L’edificio nero di otto piani trabocca di articoli di seconda mano che faranno impazzire gli amanti di giochi, giocattoli, action figure, anime, manga e altre passioni otaku. È bellissimo perdersi tra gli scaffali alla ricerca di una rarità che andrà con orgoglio ad aggiungersi alla propria collezione. Dalla cartuccia rara di un gioco retrò alla statuetta di un personaggio della vostra infanzia, fino all’edizione limitata di un’opera, ce n’è per tutti i gusti (e per tutte le tasche…).

Super Potato Akihabara

Indirizzo di culto per gli appassionati di retrogaming, Super Potato Akihabara promette a chi ne varca la soglia un tuffo nostalgico in un’epoca passata. Game Boy, Famicom e Mega Drive, solo per citarne alcuni, fanno parte della lunga lista di meraviglie che si trovano sugli angusti scaffali di questo covo di appassionati. I primi due piani sono dedicati alle console e alla cultura geek, mentre il terzo ospita vecchi terminali arcade dove gli appassionati di Street Fighter, Pacman o Tetris possono divertirsi per pochi yen (sgranocchiando dagashi, snack confezionati a basso costo). Un tipo di ambiente sempre più raro.

Akihabara Radio Kaikan

Con la sua aria da edificio uscito direttamente da un anime, l’Akihabara Radio Kaikan ospita una serie di negozi indipendenti che vendono action figure, giocattoli, carte da collezione e altri prodotti otaku. Un giro completo di questo edificio vi farà sicuramente girare la testa. Si tratta di oltre una decina piani, dove curiosare tra i negozi e rimanere sorpresi dal contenuto delle innumerevoli vetrine e bancarelle letteralmente ricoperte di statuine imbustate. C’è una buona rappresentanza sia di grandi franchise giapponesi e occidentali, che di alcune opere meno conosciute.

Retro Game Camp

Nascosto tra alcuni grandi magazzini di Chuo-dori, questo piccolo e discreto negozio a due piani specializzato in retrogaming ospita un numero considerevole di giochi e console di tutte le generazioni. Con un’atmosfera più intima rispetto ai colossi del settore, Retro Game Camp è l’indirizzo giusto per gli appassionati di videogiochi che vogliono finalmente mettere le mani su un sacro graal. Anche i prezzi sono leggermente più accessibili che altrove.

Tokyo Video Gamers

Questo concept bar, a pochi passi dalla stazione, è il luogo ideale per fare una meritata pausa in un’atmosfera di luci al neon e pixel. Come suggerisce il nome, Tokyo Video Gamers è un locale dedicato al mondo dei videogiochi arcade, che dà la possibilità ai clienti di gustare una bibita fresca o uno snack mentre si gioca gratuitamente con una delle sette macchine arcade. Il bar offre anche gadget e riviste da sfogliare.

Bere qualcosa mentre si gioca a un videogioco retrò: uno dei piaceri possibili ad Akihabara.

Anche se il volto di Akihabara cambia e muta di anno in anno, una visita a questo quartiere rimane un must per qualsiasi soggiorno a Tokyo. Il fermento, l’architettura, le luci al neon che illuminano le notti, e l’atmosfera generale unica rendono Akihabara un luogo curioso da visitare, qualunque siano i vostri interessi o aspirazioni. Se invece la cultura otaku è parte integrante della vostra vita quotidiana, allora Akiba diventa un vero e proprio luogo di pellegrinaggio.

Tradotto da Stefania Da Pont

Julien Loock

Julien Loock

Dopo anni di viaggi avanti e indietro tra Parigi e Tokyo, alla fine del 2016 ho deciso di posare definitivamente le mie valigie nella capitale giapponese. Approfittando della flessibilità del lavoro di giornalista freelance, mi piace viaggiare in treno per l'arcipelago, armato di penna e taccuino scarabocchiato, per placare la mia sete di scoperta e ampliare la mia conoscenza di questo affascinante Paese.

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