Il Natale è una delle festività più celebrate al mondo, ufficialmente riconosciuta in oltre 160 paesi. Dalla Colombia alla Romania, da Malta al Ghana, ogni nazione custodisce le proprie tradizioni natalizie, alcune note ovunque, anche a chi non è cresciuto tra scambi di regali, alberi addobbati o latte e biscotti lasciati per Babbo Natale. Altre abitudini, invece, risultano decisamente insolite: pochi paesi, oltre al Giappone, associano infatti il Natale al Kentucky Fried Chicken.
Ovviamente, il cibo gioca un ruolo fondamentale nelle festività. Durante il periodo natalizio, nel mondo vengono serviti molti piatti diversi, dal tacchino negli Stati Uniti fino al panettone in Italia. Ma di sicuro un cibo che raramente troverete a tavola durante i pasti di Natale in famiglia è il Kentucky Fried Chicken. In pochissimi casi, infatti, esiste la tradizione di andare al KFC per acquistare un secchiello di pollo fritto e purè da condividere la sera della vigilia. A meno che non viviate in Giappone. Qui, da oltre quarant’anni, il KFC è diventato un vero e proprio simbolo del Natale e la scelta più diffusa per il menù della vigilia. Qualcosa di più evocativo di un semplice prodotto stagionale.
Come ha fatto KFC a diventare una tradizione di Natale in Giappone?
Per capire come il KFC sia diventato il pasto natalizio per eccellenza in Giappone, bisogna tornare ai primi anni ’70, molto prima che la famosa miscela di 11 erbe e spezie diventasse un’icona pop. All’epoca gli stranieri residenti in Giappone erano pochissimi, così come erano rare le opzioni gastronomiche capaci di soddisfare gusti tipicamente occidentali. Il primo KFC aprì a Nagoya il 21 novembre 1970 come sussidiaria di Mitsubishi Corporation, ma fu l’inaugurazione del negozio di Tokyo, nel luglio dell’anno successivo, a far decollare davvero la popolarità del marchio. Proprio come accaduto con altri elementi importati dalla cultura occidentale, furono le giovani generazioni di Tokyo a decretarne il successo, attratte dall’idea del cibo, dei negozi e dell’estetica “americana”. Nel 1974 la presenza di KFC era ormai ben radicata, anche se, ironicamente, non era ciò che gli stranieri desideravano mangiare durante le feste.
Da qui, la storia del KFC natalizio in Giappone sfuma quasi nel folklore. Secondo la leggenda, Takeshi Okawara – il primo manager della catena nel Paese – avrebbe sentito alcuni clienti stranieri lamentarsi della mancanza di un pasto “tradizionale” per Natale. Quella stessa notte, racconta Okawara, San Nicola gli sarebbe apparso in sogno, ispirandogli l’idea di un “party barrel”, un grande secchiello pensato per una festa natalizia.
Nel 1984 Okawara divenne CEO di KFC Japan, ruolo mantenuto fino al 2002. La sua intuizione di sostituire il tacchino con il pollo fritto per la cena di Natale si rivelò un successo straordinario: oggi circa 3,6 milioni di giapponesi mangiano KFC ogni anno durante le festività.
Quello che inizialmente era un semplice menù composto da pollo e vino si è trasformato in un’ampia selezione di set natalizi che vengono preordinati con largo anticipo e ritirati in negozio dopo lunghe file. Conosciuto affettuosamente come kentakkii, KFC è ormai parte integrante del Natale giapponese.
Confezionare la nostalgia natalizia in un menù KFC
Oggi chiunque in Giappone, anche chi non ha mai acquistato un “party barrel” di KFC (sì, è ancora nel menù) o uno dei set natalizi disponibili, associa automaticamente questa catena di fast-food al Natale. Come mi ha raccontato un giovane studente universitario, poco importa che il successo di KFC sia nato da una brillante trovata di marketing: questo non cambia il fatto che susciti un senso di nostalgia. KFC, dice, conserva “un tocco occidentale” che lo fa sembrare autenticamente natalizio, anche se in Occidente nessuno considererebbe il pollo fritto un piatto delle feste. Cresciuto in campagna, ricorda famiglie che guidavano sotto la neve per 40 chilometri pur di raggiungere il KFC più vicino e ritirare l’ordine natalizio.
I giapponesi, inoltre, tendono ad avere vite estremamente impegnate e non hanno tempo per preparare una cena abbondante ed elaborata. Il Natale non è una festa nazionale in Giappone e non sempre si ottiene il giorno libero dal lavoro. È proprio per questo che il “Natale alla KFC” funziona così bene: non è tanto il pollo a fare la differenza, quanto l’idea di riunirsi in famiglia per condividere un pasto senza stress e senza lunghe preparazioni. In un Paese noto per le porzioni ridotte, non sorprende quindi che a dicembre gli ordini arrivino davvero “a secchiate”.
Come il motivetto di KFC ha battuto Jingle Bells
Se si chiede ai giapponesi qual è la prima cosa che associano al Natale, la risposta che salta fuori ogni volta è la canzoncina di Natale di KFC, intitolata molto semplicemente Nice Holiday.
Più un motivetto che una vera canzone, Nice Holiday occupa nei cuori del pubblico giapponese il posto che Jingle Bells occupa nei nostri. Come sostengono numerosi giapponesi con cui ho parlato: “Quando sento quella canzone, so che è arrivato il Natale”. Per le persone tra i 20 e i 50 anni, la canzone innesca un’ondata di emozioni e nostalgia dell’infanzia, tanto da far scendere qualche lacrimuccia.
Gli spot natalizi di KFC, accompagnati dall’inconfondibile jingle, mostrano amici e famiglie sorridenti immersi in un immaginario natalizio tipicamente occidentale: alberi di Natale, campanelline, fiocchi di neve, maglioni e sciarpe di lana. Al centro di ogni scena, immancabile, la consegna di enormi secchi di pollo da parte dei cassieri KFC. In breve, KFC è diventato parte del “DNA” del Natale giapponese e ha avuto un ruolo fondamentale nell’introdurre e diffondere molti dei simboli del Natale occidentale nel Paese.
Quali sono le opzioni del menù natalizio KFC in Giappone?
Dopo il celebre jingle, entra in scena anche il Colonnello Sanders in versione natalizia. Alla fine dell’anno lo si vede comparire sui poster con un berretto rosso, mentre le statue all’esterno dei punti vendita vengono vestite da Babbo Natale. È giunto il momento di iniziare a pensare ai preparativi: si controllano i menù speciali, si scelgono i set preferiti e si inviano i primi ordini per assicurarsi il tradizionale “Natale alla KFC”.
I preparativi per le vendite di Natale iniziano a luglio e i clienti in genere possono effettuare gli ordini già a partire da novembre. Circa il 40% dei clienti approfitta di questa possibilità e piazza le proprie ordinazioni per evitare il periodo di punta (e ottenere uno sconto). Dal 23 al 25 dicembre, KFC realizza 1/3 delle sue vendite annuali in Giappone.
Le opzioni del menù sono generalmente suddivise in “Party Barrel” e “Christmas Pack”. I Party Barrel possono essere “Original” o “Variety”, a seconda del tipo di pollo, e vengono serviti con un’insalata e una torta. I Christmas Pack sono generalmente un’opzione più economica e consistono solo di pollo, senza contorni. Il pollo è disponibile sia nella versione classica che in bocconcini, bastoncini e barbecue. È possibile poi richiedere a parte più pollo, torta o insalata. In tutto, 300.000 Party Barrel e 800.000 Christmas Pack arrivano ogni anno tra le mani (inevitabilmente unte) delle famiglie giapponesi.
Come testimonia la quantità di immagini su Instagram taggate “Kentucky Christmas”, KFC a Natale non è cosa da poco. Ogni dettaglio del cibo, in particolare l’aspetto e la presentazione, è attentamente studiato per essere impeccabile e di classe. Questo potrebbe sembrare una contraddizione: qualsiasi persona non giapponese, infatti, quando pensa al KFC immagina solo cibo unto e a buon mercato. In Giappone, invece, il pollo KFC è una consuetudine tanto quanto lasciare biscotti e latte per Babbo Natale.
Il Giappone ha una lunga tradizione nel prendere in prestito elementi di culture diverse e adattarli ai propri gusti, e il Natale non fa eccezione. In questo contesto, KFC è diventato una componente estremamente importante delle festività. Si potrebbe liquidare il fenomeno come una semplice operazione di marketing, ma, in fondo, quante festività moderne non sono state trasformate dal consumismo? Ciò che davvero conta è la possibilità di vivere momenti speciali con le persone care, nel modo che si sente più proprio. E in Giappone, per moltissimi, il Natale non è davvero Natale senza il Kentucky Fried Chicken. Insieme alle luminarie lungo le strade e alle insegne dei negozi che pubblicizzano i prodotti natalizi, anche il Colonnello Sanders contribuisce ogni anno a creare ricordi di Natale indimenticabili.
Articolo originale del 2020 tradotto da Chiara Campanile, adattamento e aggiornamento del 2025 di Stefania Da Pont
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