Frequentare Tokyo più volte negli anni ha i suoi vantaggi. Una volta esaurito l’itinerario quasi “obbligatorio” delle tappe imprescindibili (ahimè, quelle che recentemente vengono nominate negli articoli allarmati e allarmanti sull’overtourism) ci si può dedicare a quartieri meno conosciuti e a un’esplorazione più lenta. Per esempio, in una giornata di aprile dal meteo incerto, perché non dedicare un intero pomeriggio all’arte?
Tokyo ospita numerosi musei e gallerie d’arte, in particolare nei quartieri di Ueno e Roppongi, ma per la mia promenade scelgo una zona più defilata e parto da Aoyama, a poche centinaia di metri dalla stazione di Omotesando, ma dal lato opposto dell’omonimo, affollato viale. Ho in mente due mete. La prima è la più conosciuta delle due, il Nezu Museum. La seconda è una scoperta quasi casuale, lo Yamatane Museum of Art.
Il Museo Nezu: arte, architettura e natura
Il Museo Nezu è nato nel 1941 per ospitare la collezione di arte premoderna giapponese e dell’Asia orientale di Nezu Kaichiro (1860-1940), influente uomo d’affari e politico giapponese, nonché praticante del chado, la “via del tè”. La collezione comprende 7.600 opere: un campione eterogeneo e rappresentativo dell’arte asiatica, che include tesori nazionali, dipinti giapponesi a inchiostro, antichi bronzi cinesi, armature e tessuti. Senza dimenticare gli utensili e le ceramiche per la cerimonia del tè.
A prescindere dall’impareggiabile collezione, il museo varrebbe la visita anche solo per ammirarlo dall’esterno e passeggiare nel suo giardino, una vera e propria oasi di pace nel centro della metropoli. Dopo gli incendi che distrussero gli edifici originali nel 1945 e lo spostamento della collezione in altra sede nel 1946, il Museo Nezu infatti è stato riprogettato nel 2009 dal famoso architetto giapponese Kengo Kuma, che ha saputo fondere in armonia l’architettura dell’edificio con l’estetica del giardino, simboleggiando il legame tra uomo e natura tanto caro alla cultura giapponese.
Un concetto che cogliamo fin dall’ingresso, nel corridoio che porta all’entrata fiancheggiato da piante e canne di bambù, per poi ritrovarlo nelle ampie vetrate della sala principale che si affacciano sul verde del giardino e sembrano voler annullare i confini tra interno ed esterno. Tutto sotto lo sguardo benevolo delle sculture buddiste che danno il benvenuto al visitatore, predisponendolo a un approccio all’arte quasi meditativo e immersivo, più che intellettuale.
Il giardino segue i principi del tradizionale giardino giapponese, ma reinterpretandoli in chiave contemporanea. Il percorso su sentieri di pietra porta a camminare tra laghetti, isolette, ruscelli e piccole cascate. La natura sembra quasi selvaggia (a un certo punto intravedo un serpentello che striscia via), se non fosse che invece le piante e gli elementi naturali sono stati accuratamente selezionati e composti per ricreare paesaggi e prospettive diverse a seconda delle stagioni.
A fine aprile, perdersi tra i sentieri del giardino è un’esperienza ancora più preziosa grazie alla fioritura degli iris: una distesa verde e viola, con una casa da tè sullo sfondo. L’espressione “sembra di stare in un quadro” in questo caso è più che appropriata: uno dei pezzi più rinomati della collezione del Museo Nezu è proprio il paravento dorato “Iris”, capolavoro di Ogata Korin e Tesoro nazionale del Giappone. L’opera viene esposta una volta all’anno, da metà aprile a metà maggio in occasione della fioritura.
Nel giardino del museo, oltre ad alcune case da tè che occasionalmente ospitano cerimonie di chado ed eventi, si trova anche il NEZUCAFÉ, un locale che offre pasti leggeri e bevande con una rilassante vista sul verde. Ma non è ancora il momento della merenda per me: mi riservo di fare una pausa alla prossima tappa.
Nezu Museum
establishment, museum, point_of_interest- 6-chōme-5-1 Minamiaoyama, Minato City, Tokyo 107-0062, Japan
- ★★★★☆
Yamatane Museum of Art: alla scoperta del nihonga
Sono venuta a conoscenza di questa piccola galleria di Tokyo non tanto per amor dell’arte, quanto grazie alla mia passione per il tè giapponese. Attirata dalla foto di una tazza di matcha e un wagashi sui social, ho scoperto che era stata scattata nella caffetteria di questo museo a breve distanza dal Nezu. Lo raggiungo infatti in appena un quarto d’ora di camminata.
Lo Yamatane Museum of Art, fondato nel 1966, è il primo museo specializzato in nihonga (letteralmente, “pittura del Giappone”), ovvero uno stile artistico in cui le opere sono realizzate secondo le convenzioni giapponesi e utilizzando materiali tradizionali (inchiostro, pigmenti naturali, carta washi, ecc.). Durante l’anno, propone 5 o 6 mostre selezionando di volta in volta le opere in base alla tematica. La collezione è incentrata principalmente su dipinti nihonga di epoca moderna (a partire dall’epoca Meiji), ma comprende anche opere di pittura ad olio, stampe ukiyo-e e antiche calligrafie giapponesi.
Nel periodo della mia visita, la mostra in corso era dedicata al Monte Fuji e ai sakura: non avrei potuto chiedere di meglio. I due simboli del Giappone, nei secoli, hanno ispirato numerosi artisti, ed è interessante osservare come possano risultare diverse le interpretazioni di uno stesso soggetto. Tra le opere esposte, ritrovo anche due delle famose Vedute del Monte Fuji di Hokusai e due stampe della serie Cinquantatré stazioni del Tokaido di Hiroshige.
Riempiti gli occhi di bellezza, l’estetica giapponese mi accompagna anche nella pausa tè alla caffetteria del museo, con un wagashi a tema sakura da assaporare insieme a una tazza di matcha.
Yamatane Museum of Art
art_gallery, establishment, museum- 3-chōme-12-36 Hiroo, Shibuya, Tokyo 150-0012, Japan
- ★★★★☆
Il mio pomeriggio artistico si conclude qui e consiglio questo breve itinerario a chiunque voglia prendersi del tempo per scoprire Tokyo e la cultura giapponese con un ritmo più lento e contemplativo, fuori dalla logica del turismo mordi e fuggi.
Foto del Nezu Museum: Gianpiero Mendini
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