Tokyo è una città che, inaspettatamente, dietro la sua skyline futuristica di grattacieli e luci al neon, mantiene ancora un forte legame con le tradizioni. Uno dei momenti in cui questo legame è più visibile è senza dubbio durante i matsuri 祭り, feste tradizionali che affondano spesso le loro radici nelle tradizioni religiose dello shintoismo e del buddismo, ma che comprendono anche celebrazioni legate alle stagioni o a ricorrenze storiche, e recentemente sono diventate anche sinonimo di festival dedicato al cibo o a culture straniere. Qualunque sia la loro natura, i matsuri rappresentano momenti di intensa partecipazione collettiva: si prega, si fanno offerte, si celebrano divinità e antenati in un’atmosfera gioiosa, animata da cibo e bevande acquistati presso gli yatai 屋台 (chioschi all’aperto), giochi, musica e spettacoli. Tra i tanti matsuri che animano la capitale, il più celebre e spettacolare è senza dubbio il Sanja matsuri 三社祭, che si tiene ogni anno il terzo fine settimana di maggio nel quartiere di Asakusa.
Tra i quartieri dove resta più vivo il legame con la tradizione, Asakusa, tra stradine, botteghe artigiane e templi antichi, incarna l’anima della vecchia Edo e il Sanja matsuri è assolutamente uno spettacolo da non perdere per tutti gli appassionati di cultura giapponese.
Origini leggendarie e radici storiche
Conosciuto anche come Sanja-sama o Sanja-gongen, questo festival è dedicato ai tre fondatori del tempio Sensoji: i fratelli Hinokuma Hamanari e Takenari, e il nobile Hajino Nakatomo. Secondo la leggenda, nel 628 i due fratelli, mentre pescavano nel fiume Sumida, recuperarono ripetutamente una statuetta della dea Kannon. Nakatomo, saputo dell’evento, li convertì al buddhismo e insieme fondarono un tempio dedicato alla dea, che sarebbe poi diventato il Sensoji, oggi considerato il più antico tempio di Tokyo.
Alla loro morte, i tre furono venerati come divinità. Ma è solo durante il periodo Edo, nel 1649, che nasce ufficialmente il Sanja Matsuri: lo shogun Tokugawa Iemitsu fece costruire il santuario di Asakusa (Asakusa Jinja), dedicato proprio ai tre fondatori, da cui iniziarono a svolgersi le celebrazioni.
Asakusa Shrine
establishment, place_of_worship, point_of_interest- 2-chōme-3-1 Asakusa, Taito City, Tokyo 111-0032, Japan
- ★★★★☆
Mikoshi, abiti tradizionali e “wasshoi!”
Cuore del Sanja matsuri sono senza dubbio i mikoshi 神輿, palanchini religiosi definiti anche santuari portatili. Dorati, decorati in vario modo e di diverse dimensioni, si dice ospitino temporaneamente gli spiriti divini. I mikoshi sono trasportati da gruppi solitamente di uomini (ma negli ultimi anni anche alle donne è concesso di partecipare), che indossano il fundoshi, una striscia di tessuto bianco legata sui fianchi a mo’ di perizoma, e lo happi, una sorta di giacca aperta a maniche corte.
I mikoshi possono arrivare a pesare anche più di una tonnellata, perciò trasportarli è un compito estremamente complesso che richiede forza e coordinazione tra i partecipanti, che si muovono al ritmo della parola “wasshoi” – un’incitazione che risuona spesso nei matsuri.
Tre giorni di celebrazioni per le strade di Asakusa
Il festival inizia ufficialmente il giovedì con una cerimonia religiosa in cui le anime dei tre fondatori vengono accolte nei tre mikoshi principali. I festeggiamenti veri e propri invece si svolgono nei tre giorni successivi, a partire dal venerdì pomeriggio fino alla sera di domenica. Sebbene il Sensoji sia il cuore della celebrazione, il festival si svolge in tutta l’area di Asakusa, trasformando l’intero quartiere in una baraonda di musica, canti e processioni. Il venerdì pomeriggio si tiene la Daigyoretsu 大行列, una enorme parata in costume in cui sfilano monaci, figure danzanti, geisha, musicisti e autorità, tutti abbigliati secondo lo stile del periodo Edo (1606-1868). La processione va verso il Sensoji, dove si tiene poi una funzione religiosa, al termine della quale i tre mikoshi dedicati ai fondatori del tempio vengono trasportati per le strade, dando così inizio alle celebrazioni.
Il sabato è invece il giorno delle processioni dei mikoshi minori, che si muovono in tutte le strade di Asakusa. Trasportati in spalla da gruppi di fedeli organizzati e divisi per zone, si contano più di cento palanchini in parata lungo le vie del quartiere. Questi mikoshi minori si radunano il sabato nei pressi del Kaminarimon, l’ingresso principale del Sensoji. Rendono omaggio alla dea Kannon presso lo Hozomon, il secondo portale del tempio, e successivamente vengono portati al Santuario di Asakusa, dove i sacerdoti shintoisti li benedicono e purificano. Una volta conclusa la cerimonia di benedizione, sfilano nuovamente lungo le vie principali del quartiere al suono di flauti, tamburi e grida di incoraggiamento. La sfilata per le strade di Asakusa si dice porti prosperità agli esercizi commerciali della zona, e in generale buona sorte, motivo per cui tutto il quartiere partecipa con gioia, unendosi alle gilde dei trasportatori, organizzando punti di ristoro, o semplicemente incoraggiando i trasportatori.
Nell’ultimo giorno del Sanja Matsuri, i festeggiamenti iniziano già dalle prime ore del mattino, quando i fedeli provenienti da tutta l’area si radunano presso il Santuario di Asakusa, pronti a contendersi l’onore di portare in spalla uno dei tre mikoshi principali. L’atmosfera può diventare molto concitata, tanto che l’accesso al Sensoji viene temporaneamente vietato al pubblico per motivi di sicurezza. La folla invade tutte le strade e specialmente la via di accesso al tempio.
Una volta stabiliti i gruppi incaricati di sollevare i santuari portatili, inizia la loro lunga processione attraverso le vie di Asakusa, adornate a festa. La parata prosegue fino a sera, quando i mikoshi tornano al Sensoji e vengono riposti nei magazzini fino al festival dell’anno seguente.
Sensō-ji
establishment, place_of_worship, point_of_interest- 2-chōme-3-1 Asakusa, Taito City, Tokyo 111-0032, Japan
- ★★★★☆
Il lato oscuro del festival: tatuaggi e yakuza
Uno degli aspetti più particolari e controversi del Sanja Matsuri è la partecipazione alla luce del sole di diversi gruppi yakuza, riconoscibili dai vistosi tatuaggi. La loro presenza è tale che alcuni hanno rinominato il festival “tattoo matsuri” o addirittura “yakuza matsuri”. Yakuza è il nome con cui si indica la criminalità organizzata in Giappone. Divisa in diversi gruppi strutturati in modo gerarchico, è attiva in numerose attività illecite, tra cui gioco d’azzardo, prostituzione, traffico di droga e altre operazioni criminali.
Stando a quanto si racconta, il legame tra Sanja Matsuri e yakuza inizia intorno agli anni Cinquanta. Pare infatti che in quel periodo la popolazione di Asakusa fosse drasticamente diminuita, al punto da mettere a repentaglio la sopravvivenza della celebrazione per mancanza di portatori di mikoshi. Si vennero così a formare dei gruppi di persone pronte ad assumere il compito di portatori, che si definivano matsuri doko-kai (traducibile come “associazione dei sostenitori del matsuri”). Questi gruppi erano spesso composti da membri di diverse bande della yakuza.
Il Sanja Matsuri è molto più di una semplice festa: è un’esperienza che fonde devozione religiosa, spettacolo, folklore e vita di quartiere in un unico, travolgente evento. Tra mikoshi ondeggianti, costumi d’epoca, musiche tradizionali e sapori di strada, Asakusa si trasforma in un teatro a cielo aperto dove passato e presente si incontrano. Pur non privo di contraddizioni, come dimostra la presenza controversa della yakuza, il festival resta uno dei simboli più potenti della cultura tradizionale di Tokyo, capace di mantenere vivi i legami con le radici anche in una metropoli in costante trasformazione. Partecipare al Sanja Matsuri significa immergersi nell’anima più autentica della città: un’occasione per scoprire, celebrare e riflettere su ciò che significa davvero “tradizione” nel Giappone contemporaneo.
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