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Il Giappone fin dall’antichità ha nella sua tradizione l’uso di bambole non solo come giocattoli, ma anche come amuleti e oggetti di buon auspicio. Un classico esempio sono le hina ningyo tipiche dello Hina Matsuri, ma non sono le uniche. Prendiamo per esempio le bambole Daruma (達磨 ): tondeggianti e simbolo di resilienza, sono figurine votive giapponesi che raffigurano Bodhidharma, fondatore e primo patriarca dello Zen. Sicuramente vi sarà capitato di vederle nel loro tradizionale colore rosso, si tratta infatti di uno dei portafortuna più popolari di tutto il Giappone, in quanto si ritiene che siano in grado di esaudire i propri desideri. Ma sapete da dove nasce questa leggendaria bambola e quali sono le sue caratteristiche? Lo approfondiamo in questo articolo.

Cosa sono le bambole Daruma?

L’origine delle bambole Daruma pare risalire alla fine del XVII secolo, nel tempio Shorinzan Darumaji di Takasaki. Il sacerdote Shinetsu, fondatore del tempio, iniziò a distribuire agli agricoltori talismani con immagini di Bodhidharma per scongiurare le malattie, propiziare il raccolto e allontanare gli spiriti maligni durante le festività del Capodanno. Successivamente, questi talismani iniziarono a essere prodotti in cartapesta, mantenendo comunque la somiglianza a delle figure umane. La tradizionale forma arrotondata fu messa a punto soltanto nel periodo Meiji (1868-1912). Tuttavia, è in piena epoca Edo (1603-1868) che le bambole Daruma iniziano a diffondersi come amuleti contro la terribile epidemia di vaiolo che all’epoca provocava numerosi morti.

Una delle caratteristiche principali è che alla bambola mancano gli occhi. Le pupille, infatti, vanno disegnate dal possessore della bambola. Si dipinge con l’inchiostro nero una prima pupilla (quella alla propria sinistra) che rappresenta l’obiettivo che si desidera raggiungere. Una volta realizzato l’obiettivo, allora verrà dipinto il secondo occhio, restituendo in questo modo al dio la sua vista come ringraziamento per l’aiuto ricevuto.

Trascorso un anno, a prescindere che il desiderio si sia realizzato o meno, la statuina del Daruma andrebbe riportata al tempio in cui si è acquistata per bruciarla. Questo avviene durante una cerimonia chiamata daruma kuyo oppure dondoyaki, che si svolge in diversi templi giapponesi e durante la quale enormi pile di Daruma vengono date alla fiamme.

Le caratteristiche delle bambole Daruma

Di diversi colori e dimensioni, le bambole Daruma hanno un volto stilizzato che rappresenta un uomo con barba e baffi, a riprodurre i tratti del viso di Bodhidharma. Questa raffigurazione non ha uno scopo meramente estetico: le sopracciglia, infatti, sono modellate per assomigliare a delle gru e la barba a delle tartarughe, animali che nella cultura giapponese sono simbolo di longevità.

Tuttavia, la loro caratteristica principale è appunto data dagli occhi, due cerchi di colore bianco senza pupille, che andranno disegnate in seguito da chi possiede la bambola per realizzare i propri obiettivi e desideri. Gli occhi del Daruma traggono quasi sicuramente origine dalla leggenda di Bodhidharma che si toglie le palpebre per non interrompere la meditazione.

Le bambole Daruma si possono trovare in diverse dimensioni, da quelle molto piccole, utilizzabili come ciondolo, a quelle grandi quasi quanto una persona.

Bambole daruma di varie dimensioni
Le bambole Daruma sono tradizionalmente realizzate in cartapesta, ma le versioni più piccole possono essere anche in legno, plastica o altro materiale. Foto: Roméo A.

Sono bambole dalla forma tondeggiante, testa e corpo sono infatti un unico blocco arrotondato, quasi a formare una palla, e non sono presenti gli arti, né gambe né braccia, come da leggenda. La maggior parte di queste bambole sono realizzate con un basso centro di massa, dato dall’aggiunta di un peso: questo fa in modo che le bambole si raddrizzino da sole, tornando alla loro posizione originaria, se spinte o ribaltate. Una tradizione che trae origine da un modello più antico di bambola chiamato okiagari-koboshi (il piccolo monaco sempre in piedi). Il loro tornare sempre in piedi è diventato un simbolo di costanza e determinazione nella realizzazione dei propri desideri: Daruma infatti ricompensa il sacrificio e la forza di volontà.

Infine, sulla sezione centrale del Daruma, sotto il viso, viene di solito disegnato un kanji: quello classico è fuku (福) di “fortuna”, ma se ne possono trovare di altri, come katsu (勝)di “vittoria” o kane (金) che significa “soldi/oro”. Inoltre, su alcuni Daruma è possibile scrivere direttamente il proprio desiderio, o obiettivo, in modo da “informare il dio”.

I diversi colori e i loro significati

Altra caratteristica delle bambole Daruma è il loro colore: nascono tradizionalmente di colore rosso, probabilmente associato alle vesti di Bodhidharma. In Giappone il rosso rappresenta un colore di buon auspicio che si ritiene abbia il potere di allontanare gli spiriti maligni, i disastri e le malattie. Al giorno d’oggi, tuttavia, si possono trovare anche in molti altri colori, ognuno dei quali ha un significato e un auspicio diverso.

Le bambole Daruma si possono trovare in dimensioni e colori diversi, ognuno dei quali ha un proprio significato. Foto: Stefania Da Pont

Così, se le bambole Daruma rosse sono le più diffuse, e invitano alla buona sorte in senso generico, tra gli altri colori più utilizzati abbiamo il giallo per i soldi e la ricchezza, il bianco per il raggiungimento degli obiettivi, usato per superare i temibili esami di ammissione, il nero per il successo negli affari e nelle iniziative imprenditoriali, il blu per l’intelletto e il successo scolastico, il verde per la salute fisica, il viola, associato alla famiglia imperiale, per la buona salute e longevità, l’arancione per chi desidera avere un bambino e a protezione contro le sventure, il rosa per l’amore.

Come vengono prodotte le bambole Daruma

La produzione di bambole Daruma è un’impresa quasi esclusiva della città di Takasaki, nella prefettura di Gunma (a nord di Tokyo), dove sono nate. La città ancora oggi produce oltre l’80% di tutte le bambole distribuite in Giappone. Da qui, raggiungono ogni angolo del paese dov’è possibile acquistarle ovunque.

Le bambole Daruma sono realizzate con una speciale cartapesta fatta a mano in carta giapponese washi, la cui produzione è piuttosto laboriosa ed è considerata una vera e propria arte. I fogli sono estremamente resistenti e vengono realizzati con fibre, tini di tintura e una quantità limitata di sostanze chimiche, attraverso un processo di battitura (spesso a mano) e asciugatura al sole o su piastre riscaldate.

La leggenda del monaco Bodhidharma

Le bambole Daruma sono ispirate alla figura di Bodhidharma, monaco fondatore del Buddismo Chán in Cina, la cui versione giapponese è il buddismo Zen. Pare abbia vissuto tra il V e VI secolo, ma le sue origini sono tuttavia avvolte nel mistero, e la maggior parte dei resoconti che documentano la sua vita si mescolano a leggende. Viene tradizionalmente raffigurato con una barba folta e trasandata, gli occhi sbarrati e un’espressione irascibile, pronto a esplodere di rabbia.

stampa del patriarca dello zen bodhidharma
Bodhidharma, stampa ukiyo-e di Yoshitoshi, 1887. Foto: Wikipedia

Quel che è noto è che durante i suoi viaggi si fermò per un certo periodo in un monastero in Cina, fondando la famosa arte marziale Shaolin. Poi continuò il suo peregrinare fino alla decisione di stabilirsi in una grotta e meditare. È qui che inizia la storia del Daruma (dal nome giapponese di Bodhidharma).

La scuola Zen ha infatti come fondamento la meditazione e la leggenda racconta che il monaco Bodhidharma prediligeva meditare guardando fisso un muro: vi rimase seduto di fronte per nove interi anni, senza mai muoversi, al punto che i suoi arti caddero a causa dell’atrofia; a un certo punto però si addormentò, interrompendo la meditazione, e questa cosa lo fece talmente arrabbiare che si tagliò le palpebre, così da non potersi riaddormentare una seconda volta. Dalle palpebre cadute a terra, iniziarono a germogliare piante di tè verde. Questa leggenda è una delle ragioni per cui i monaci buddisti spesso bevono tè verde per rimanere svegli.

L’arte e il folklore raffiguranti Bodhidharma lo mostrano quasi esclusivamente con queste caratteristiche, pertanto anche le bambole Daruma si ispirano a questa leggenda.

Dove trovare le bambole Daruma

Le bambole Daruma si acquistano tradizionalmente presso i templi come amuleti portafortuna. Tra i templi più famosi, ricordiamo lo Shorinzan Darumaji (少林山 達磨寺) nella cittadina di Takasaki, luogo di nascita delle bambole votive. Il tempio è dedicato a Daruma e ogni anno, dalla sera del 6 gennaio fino alla mattina del 7, ospita il Shorinzan Nanakusa Taisai Daruma Market Festival, un’occasione per celebrare l’inizio dell’anno e acquistare la propria bambola Daruma per l’anno appena cominciato.

Un altro tempio meno conosciuto, ma molto particolare, è lo Horinji (法輪寺) di Kyoto , situato tra il Castello di Nijo e il Palazzo Imperiale e conosciuto con il nome di Daruma-dera, il tempio dei Daruma. Il tempio infatti raccoglie una collezione di più di 8.000 bambole Daruma donate dai fedeli, che sono raccolte nella sala Daruma-do del tempio e visibili a fedeli e turisti.

Centinaia di bambole Daruma custodiscono un altro luogo sacro, immerso tra le montagne di Mino, a nord di Osaka: stiamo parlando del tempio Katsuoji, conosciuto come la casa del Daruma vincente (kachi-daruma). Qui è possibile ammirare centinaia di statuette, disseminate in ogni angolo del tempio. I visitatori possono inoltre acquistare le bambole Daruma, disponibili in diverse dimensioni a un costo a partire da 2,000 yen. Dopo aver scritto gli obiettivi che si intende realizzare, ci si può recare all’edificio principale del tempio e accendere un bastoncino di incenso per pregare affinché i propri obiettivi si realizzino, e purificare la statuetta nel fumo dell’incenso.

Infine, in primavera è possibile visitare una delle più importanti fiere dedicate ai Daruma. La Fiera di Daruma del Tempio Jindaiji (深大寺 だるま市 Jindaiji Daruma Ichi) nella città di Chofu è infatti una delle più grandi della regione di Kanto, e si svolge il 3 e 4 marzo sin dall’epoca Edo.

Alla Fiera di Daruma del Jindaiji è possibile acquistare bambole daruma di svariate tipologie. Foto: Todd Fong

Nato nel periodo Edo per commemorare Ganzan Daishi (abate che nel X secolo era a capo dell’importante tempio di Kyoto Enryaku-ji), è ad oggi fra i tre più grandi mercati di bambole Daruma del Giappone. Il momento più suggestivo del festival è il rituale noto come Hyakumi Kuyo, che consiste in una processione che culmina con l’offerta di dolci e tè al Ganzan Daishi. Qui troverete inoltre oltre 300 bancarelle che espongono e vendono bambole Daruma di tutte le dimensioni e tipologie possibili.

Con la sua capacità di alzarsi sempre in piedi, la bambola Daruma è nata come un simbolo di perseveranza, rappresentando la capacità di non vacillare di fronte alle avversità. Al giorno d’oggi è diventata un souvenir, un oggetto da esposizione e un regalo tra i più apprezzati, eppure nell’immaginario collettivo non ha completamente perso il suo potere originale . E così i Daruma continuano a essere acquistati come aiuto per raggiungere i propri obiettivi.

Daniela Travaglini

Daniela Travaglini

Yamatologa per caso, alla scoperta degli angoli più autentici e tradizionali del Giappone. Vivo a Roma, ma quando posso, scappo nella mia amata Tokyo.

www.tradurreilgiappone.com

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