Pochi autori in Giappone sono riusciti a raccontare la propria epoca con la profondità e la fantasia di Shigeru Mizuki. Mangaka, illustratore e narratore, ha intrecciato la memoria della guerra con il folklore popolare, creando un universo abitato da spiriti, ironia e malinconia. Le sue creature, gli yokai, incarnano il Giappone dei racconti antichi e quello delle città moderne.
Tra le sue opere, nessuna rappresenta meglio il suo mondo quanto Kitaro dei Cimiteri (GeGeGe no Kitaro). Più che un semplice manga, è un universo che continua a vivere nelle strade, nei musei e persino nei tombini delle città che Mizuki ha amato.
Per comprenderlo davvero, non basta leggere le sue storie: bisogna camminare nei luoghi che le hanno ispirate: da Sakaiminato, la sua città natale affacciata sul Mare del Giappone, fino a Chofu, la tranquilla periferia di Tokyo dove ha trascorso gli ultimi anni. Ogni tappa racconta un frammento della sua vita e del Giappone che Mizuki ha saputo disegnare con mano ferma e cuore gentile.
- Le origini di Shigeru Mizuki : yokai e folklore sul Mare del Giappone
- La guerra e la rinascita artistica di Shigeru Mizuki
- Kitaro dei Cimiteri: un manga tra umorismo e malinconia
- Sakaiminato oggi: la città museo di Shigeru Mizuki
- Chofu, il rifugio silenzioso dell’artista a Tokyo
- L’eredità di Shigeru Mizuki
Le origini di Shigeru Mizuki : yokai e folklore sul Mare del Giappone
Sakaiminato, nella prefettura di Tottori, affaccia sul Mar del Giappone. È una città di mare, silenziosa, dove il vento porta ancora voci di leggende e racconti di spiriti. Mizuki nasce qui nel 1922. Fin da bambino rimane affascinato dalle storie popolari che ascolta dagli anziani del quartiere, dalle superstizioni dei pescatori e dai suoni della notte.
Quell’immaginario antico diventa la radice di tutte le sue opere, gli yokai (spiriti, creature, presenze) non sono per lui figure di paura, ma parte della vita quotidiana, specchi delle emozioni umane. Crescendo, Mizuki inizia a disegnare, a raccogliere storie, a dare forma ai suoi ricordi. Senza saperlo, stava già costruendo un mondo dove reale e fantastico convivono senza confini.
La guerra e la rinascita artistica di Shigeru Mizuki
Nel 1942 viene arruolato e inviato a combattere in Nuova Britannia, nell’attuale Papua Nuova Guinea. È lì che la sua vita cambia per sempre: Mizuki si ammala, assiste alla fame, alla morte dei compagni e alla crudeltà del fronte. Durante un bombardamento, perde il braccio sinistro, quello con cui disegnava, racconterà più tardi di aver provato una rabbia immensa, ma anche la volontà ostinata di non smettere di disegnare.
La guerra resterà per sempre impressa nella sua memoria e nella sua arte. Al suo ritorno in Giappone dovrà imparare a disegnare con la mano destra, ricominciando da capo. Ma il segno più profondo non sarà quello fisico, bensì quello interiore, che lo trasformerà in un artista capace di guardare al dolore con umanità e con un’ironia disarmante.
Da questo trauma nasceranno alcune delle sue opere più intense: in Verso una Nobile Morte, Mizuki racconta la follia di un comando militare che ordina ai soldati di morire “per la patria”, sapendo che andranno incontro ad una condanna certa; in Showa: Una storia del Giappone, ripercorre la storia del Giappone dal 1926 al 1989, mescolando autobiografia e cronaca; infine in Hitler, del 1971, cerca di capire come un uomo e un’ideologia abbiano potuto trascinare il mondo nel disastro.
Le sue storie sulla guerra non giudicano, ma osservano. Raccontano l’assurdità, la perdita di senso e la capacità umana di sopravvivere anche quando tutto sembra finito.
Kitaro dei Cimiteri: un manga tra umorismo e malinconia
Dopo la guerra, Mizuki vive anni difficili. Fa piccoli lavori, disegna per il kamishibai, il teatro illustrato ambulante che intratteneva i bambini per strada. È in questo periodo che sviluppa le prime versioni di quello che diventerà il suo personaggio più famoso: Kitaro.
Nel 1959 Shigeru Mizuki pubblica Kitaro dei Cimiteri, l’opera che lo consacra tra i grandi del manga giapponese. Il protagonista, Kitaro, è un ragazzo yokai che cerca di mantenere la pace tra il mondo degli spiriti e quello degli uomini. Al suo fianco compaiono figure diventate ormai leggendarie, come Medama-oyaji, il padre-occhio, e Nezumi Otoko, l’uomo topo.
Kitaro dei Cimiteri non è soltanto una serie per ragazzi: è uno specchio dell’anima del Giappone moderno, sospeso tra tradizione e progresso, tra fantastico e razionalità. Con il suo tratto inconfondibile, Mizuki trasforma la paura in umorismo e la malinconia in leggerezza. E in ogni tavola lascia un messaggio più profondo: il desiderio di ricordare ciò che il tempo e la modernità tendono a dimenticare.
Sakaiminato oggi: la città museo di Shigeru Mizuki
Oggi Sakaiminato è un omaggio vivente al suo cittadino più celebre. Lungo la Mizuki Shigeru Road, la via principale della città, oltre 150 statue di bronzo prendono forma, incarnando gli yokai più amati della sua fantasia. Passeggiare qui significa immergersi nel suo universo: ogni angolo svela una figura, una targa o un disegno che sembra emergere da un mondo spettrale e allo stesso tempo incantevole, dove realtà e immaginazione si intrecciano.
È qui che si trova il museo di Shigeru Mizuki, una tappa imperdibile. Inaugurato nel 2003, custodisce tavole originali, schizzi, appunti, fotografie e modellini, tutti pensati per far comprendere lo sguardo unico di Mizuki sul mondo: un invito a osservare la realtà con curiosità, anche nei suoi lati più oscuri.
Durante la mia visita, ho avuto la sensazione che gli yokai non fossero semplici statue, ma veri e propri abitanti della città. Turisti curiosi, famiglie intente nella raccolta dei timbri, negozianti amichevoli che condividono il loro amore per Mizuki: tutti diventano parte di un racconto collettivo che continua, giorno dopo giorno.
Mizuki Shigeru Museum
establishment, museum, point_of_interest- 5 Honmachi, Sakaiminato, Tottori 684-0025, Japan
- ★★★★☆
Chofu, il rifugio silenzioso dell’artista a Tokyo
Dopo la fama, Mizuki si trasferisce a Chofu, nella periferia ad ovest di Tokyo. Qui vive e lavora fino alla sua morte nel 2015. Ancora oggi il quartiere conserva la sua presenza: un piccolo negozio a tema con tanto di caffetteria, statue commemorative, spazi gioco, tombini decorati con gli yokai di Kitaro dei cimiteri, e persino la sua stessa tomba.
Nella zona si trova anche il Jindaiji, un tempio immerso nel verde che compare spesso nelle sue opere. In autunno la zona si colora di rosso e oro, e non è raro trovare eventi dedicati a Mizuki, con mostre, mercatini e piccole rievocazioni a tema yokai.
Chofu non è un luogo turistico nel senso classico. È un luogo che va ascoltato più che visitato, una città dove la voce di Shigeru Mizuki continua a risuonare, discreta e viva, tra strade, templi e storie.
Kitaro Chaya
establishment, food, meal_takeaway- Japan, 〒182-0024 Tokyo, Chofu, Fuda, 1-chōme−34−1 1F
- ★★★★☆
L’eredità di Shigeru Mizuki
Shigeru Mizuki ci ha insegnato che i mostri non sono solo creature spaventose, ma simboli delle nostre paure, delle contraddizioni e della memoria collettiva. Nei suoi manga ha dato vita alle leggende popolari, ai luoghi dimenticati e agli spiriti del quotidiano.
Le sue opere continuano a viaggiare nel tempo e nello spazio, e ogni nuova generazione ritrova in Kitaro e nei suoi compagni qualcosa di familiare: coraggio, malinconia, speranza. Camminando per le strade di Sakaiminato o Chofu, o sfogliando una delle sue tavole, si percepisce ancora lo sguardo di un uomo che ha saputo trasformare le esperienze più tragiche in un universo pieno di umanità e ironia.
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