Riprendiamo con la seconda parte degli itinerari letterari a Tokyo, un modo nuovo per muoversi alla scoperta della città visitando i luoghi legati alla vita e alle opere degli scrittori giapponesi famosi. Dopo aver parlato degli autori simbolo del periodo Meiji, oggi ci sposteremo un po’ più avanti sulla linea cronologica della letteratura giapponese parlando di Kawabata Yasunari (1898-1972), Dazai Osamu (1909-1948) e Hayashi Fumiko (1903-1951), attivi tra il periodo Taisho (1912-1926) e la prima parte del periodo Showa (1926-1989).
Kawabata Yasunari e Asakusa negli anni Trenta
Kawabata Yasunari è considerato uno tra i più importanti scrittori giapponesi del Novecento. Insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1968, era originario di Osaka ma si trasferì a Tokyo, dove frequentò l’università. Tra i suoi romanzi, quello che più ci guida alla scoperta di Tokyo è senza dubbio La banda di Asakusa, pubblicato a puntate tra il 1929 e il 1930, l’epoca d’oro in cui il quartiere era considerato la Montmartre giapponese. Kawabata frequentò assiduamente Asakusa per tre anni, gironzolando per le strade, parlando con ballerine, lavoratori, giovani teppisti, ma soprattutto camminando e osservando, e riportò nel romanzo ciò che vedeva.
Sebbene Asakusa sia molto cambiata e rappresenti oggi una delle principali mete turistiche di Tokyo, resta comunque tra le zone più tradizionali della città. L’impianto stradale, rimasto pressoché immutato, dà ancora al visitatore l’idea di potersi inoltrare tra stradine e gallerie commerciali d’altri tempi, proprio come fece Kawabata. La banda di Asakusa cita apertamente la Nakamise dori, la strada con i negozi di souvenir che dal Kaminarimon, la porta d’ingresso del tempio, porta al Sensoji, il luogo di culto simbolo del quartiere, e le rive del fiume Sumida, lungo le quali ancora oggi è possibile passeggiare godendo del panorama del fiume. Degna di nota è anche la descrizione del parco dei divertimenti Hanayashiki: un luogo dall’atmosfera vintage e il più antico del Giappone, ancora in attività.
Per chi visita Tokyo vale la pena trascorrere una serata ad Asakusa, soprattutto nel distretto sei, il Rokku, dove avevano e hanno tuttora sede moltissimi teatri e locali di intrattenimento di ogni tipo, compresi quelli di spettacoli erotici che certamente anche Kawabata frequentò all’epoca.
Dazai Osamu, genio e sregolatezza
Dazai Osamu è considerato l’enfant terrible della letteratura giapponese moderna, per via del suo carattere ribelle e anticonformista. Lo scrittore, morto suicida dopo svariati tentativi attuati in solitudine o con le sue compagne, era originario di Aomori ma anche lui si trasferì nella capitale per frequentare l’Università di Tokyo nel 1930. Dal 1939 fino alla sua morte abitò nella zona di Shimorenjaku, nel quartiere di Mitaka, dove è ancora possibile seguire le sue tracce.
Partendo dalla stazione di Mitaka, incontriamo subito uno dei luoghi simbolo di Dazai, il ponte pedonale Rikubashi sopra i binari (costruito nel 1929), nei pressi del quale si trova una targa commemorativa dedicata allo scrittore, che era solito attraversarlo. Dazai venne anche immortalato dal fotografo Tamura Shigeru proprio mentre scendeva le scale del ponte. A rischio di abbattimento, Rikubashi è chiuso al passaggio da fine 2023 ma resiste ancora proprio grazie al suo legame con la figura di Dazai, molto amata nel quartiere. Dal ponte pedonale in circa tre minuti si arriva al Dazai Osamu Literary Salon, un luogo informativo e uno spazio di incontro con annesso book café, istituito nel marzo 2008 sul sito dell’ex produttore di sake Isegen, un locale che Dazai frequentava spesso.
Mitaka Pedestrian Overhead Bridge
establishment, point_of_interest- 2 Chome-21 Kamirenjaku, Mitaka, Tokyo 181-0012, Japan
- ★★★★☆
Dazai Osamu Literary Salon
establishment, museum, point_of_interest- 3-chōme-16-14 Shimorenjaku, Mitaka, Tokyo 181-0013, Japan
- ★★★★☆
Camminando è possibile raggiungere la zona dove sorgeva la residenza della famiglia Nogawa, ultimo luogo di lavoro di Dazai, a partire dall’autunno del 1947. Al secondo piano della casa alloggiava anche Yamazaki Tomie, parrucchiera e ultima amante dello scrittore. La residenza non era lontana dall’acquedotto Tamagawa Josui, oggi niente più che un piccolo canale, ma che all’epoca era noto come il “fiume mangia uomini”, per via delle sue acque tumultuose. Dazai passeggiava spesso lungo questo corso d’acqua, da solo o con amici scrittori. Nella notte del 13 giugno 1948, Dazai e la Yamazaki si recarono insieme verso il Tamagawa Josui, dove trovarono la morte lanciandosi nelle sue acque. La corrente era così turbolenta che i loro corpi vennero ritrovati soltanto sei giorni dopo.
La passeggiata nella Tokyo di Dazai non può che concludersi con una visita al bar Lupin a Ginza. Fondato nel 1928, si trova in una stradina secondaria, segnalato da una piccola insegna con l’iconico ladro di Maurice Leblanc e il suo cilindro di seta. Scendendo le scale, ci si ritrova davanti al vecchio bancone di legno: anche qui un viaggio nel tempo è assicurato. Guardando verso il fondo del locale, è possibile vedere la più iconica fotografia di Dazai, dove lo scrittore, ubriaco, è seduto su uno sgabello con le gambe poggiate su quello accanto, proprio al Lupin.
Bar Lupin
bar, establishment, point_of_interest- Japan, 〒104-0061 Tokyo, Chuo City, Ginza, 5-chōme−5−11 塚本不動産ビル 地下
- ★★★★☆
Hayashi Fumiko, una donna ribelle
Hayashi Fumiko rappresenta il talento e la determinazione di una donna capace di imporre il proprio nome nel panorama della letteratura giapponese. Nata da una famiglia povera e come figlia illegittima, Hayashi non aveva dalla sua le carte migliori: ciononostante, riuscì a ottenere un grandissimo successo. Anche lei non originaria di Tokyo, arrivò nella capitale nel 1922: giovane, decisa, ribelle e senza un soldo. La svolta arrivò nel 1928, con la pubblicazione a puntate del suo “diario poetico” Horoki (Diario di una vagabonda), che le portò un successo immediato e inatteso.
Nei suoi scritti, Hayashi racconta di prostitute, emarginati, vagabondi, figure fino ad allora escluse dalla letteratura. Al tempo stesso si crea un alter ego letterario che diventa il modello di tutte le sue eroine: una donna emancipata, trasgressiva, autosufficiente, che lottando riesce a ottenere l’indipendenza economica ed emotiva.
Sebbene non vi sia un riferimento specifico a quartieri di Tokyo nella narrativa di Hayashi, un luogo legato a lei che vale davvero la pena visitare è la sua abitazione, trasformata in casa/museo. La Hayashi Fumiko Memorial Hall (Hayashi Fumiko Kinenkan, 林芙美子記念館) è ricavata dalla residenza della scrittrice e del marito, situata a 7 minuti a piedi dalla stazione di Nakai, servita dalla linea Toei Oedo e dalla Seibu Shinjuku.
Costruita nel 1941 in stile tradizionale, la casa è circondata da un giardino rigoglioso con camelie, piante di bambù, aceri e melograni. All’epoca le dimensioni degli edifici erano soggette a restrizioni legali, perciò Hayashi e il marito divisero la loro abitazione in due corpi separati: l’ala residenziale a nome di lei e l’ala adibita a studio a nome di lui, collegandoli poi poco dopo il completamento. Hayashi partecipò attivamente alla progettazione dell’abitazione: studiò architettura, viaggiò a Kyoto per osservare abitazioni da cui trarre ispirazione e ispezionò personalmente il legname da usare.
La casa ha un’atmosfera accogliente che unisce i dettagli e le caratteristiche di una sala da tè di Kyoto a uno stile domestico semplice e funzionale. La scrittrice preferì investire maggiori risorse in stanze come il soggiorno, il bagno e la cucina, rinunciando a un grande salotto formale. Le luci basse e i colori del legno la rendono un luogo dove rilassarsi al centro di Tokyo e da cui prendere ispirazione. Visitare oggi la residenza di Hayashi Fumiko è un’ottima occasione per osservare da vicino un esempio di architettura tradizionale giapponese, sempre più rara soprattutto a Tokyo.
Hayashi Fumiko Memorial Hall
establishment, museum, point_of_interest- 2-chōme-20-1 Nakai, Shinjuku City, Tokyo 161-0035, Japan
- ★★★★☆
Questi itinerari letterari permettono di leggere Tokyo con gli occhi dei suoi scrittori, ritrovando nei luoghi fisici le tracce delle loro vite e delle loro opere. Dai vicoli di Asakusa agli scorci di Mitaka, fino alle stanze silenziose della casa di Hayashi Fumiko, la città diventa un museo a cielo aperto della letteratura giapponese moderna. Un modo per scoprire Tokyo non solo come metropoli contemporanea, ma come palinsesto di storie, memorie e suggestioni che ancora oggi parlano al visitatore che vuole ascoltare.
Foto di copertina: Gianpiero Mendini
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