Si dice spesso che i libri siano in grado di farci viaggiare in altri mondi, Paesi o città, pur restando comodamente seduti nelle nostre case. Ma a volte accade anche il contrario: viaggiando fisicamente possiamo entrare nei mondi dei romanzi che abbiamo amato, e guardare con i nostri occhi i luoghi dove si sono mossi i personaggi di cui abbiamo letto e gli autori che hanno creato i nostri libri preferiti. Questo è particolarmente vero per Tokyo, città che da sempre ha ispirato gli scrittori giapponesi, e il cui fascino letterario attira sempre più visitatori (e lettori) dall’estero. In questo articolo vi propongo alcuni piccoli itinerari letterari per esplorare la capitale del Giappone attraverso le lenti della letteratura del periodo Meiji (1868-1912).
I grandi scrittori del periodo Meiji: Mori Ogai e Natsume Soseki
Il periodo Meiji segna l’inizio del Giappone moderno e rappresenta una fase cruciale nella storia del Paese. Nel rapido arco di circa cinquant’anni il Giappone, dopo circa due secoli di chiusura quasi assoluta all’estero, passò da un sistema feudale a una nazione di stampo moderno aperta al resto del mondo.


L’industrializzazione e la modernizzazione di matrice occidentale sono i tratti caratterizzanti di questo periodo, e il processo di transizione comportò forti tensioni sociali, culturali, e la perdita – seguita poi dalla riscoperta – della tradizione. I due autori che più di tutti hanno incarnato e saputo raccontare i cambiamenti dell’epoca sono sicuramente Mori Ogai 森鴎外 (1868-1922) e Natsume Soseki 夏目漱石 (1867-1916).
Il mondo letterario e l’Università di Tokyo
Iniziamo quindi la nostra esplorazione sulle loro tracce, partendo da uno dei quartieri più centrali della città: Bunkyo 文京, storicamente il cuore della vita culturale e letteraria di Tokyo. Sede della più prestigiosa università del Paese, l’Università di Tokyo (nota anche come Todai), Bunkyo conserva ancora un’atmosfera tradizionale, con piccole case, vicoli stretti e botteghe d’altri tempi che sembrano davvero uscite da un romanzo. Partendo dalla stazione di Hongo-sanchome 本郷三丁目, si arriva in pochi minuti nei pressi dell’università.

Entrando dall’iconico portale rosso Akamon, si respira il fascino del passato e si può passeggiare lungo i grandi viali ombreggiati da alberi di ginkgo, proprio come fecero negli anni Mori Ogai e Natsume Soseki, ma anche Akutagawa Ryunosuke, il premio Nobel Kawabata Yasunari, il controverso Mishima Yukio, e molti altri. All’interno dell’università è possibile visitare gratuitamente lo “stagno di Sanshiro”, il luogo in cui il protagonista dell’omonimo romanzo di Soseki incontra per la prima volta Mineko, la donna di cui si innamorerà.

Uscendo dall’università, in una passeggiata di circa venti minuti attraverso le aree di Nezu e Sendagi, raggiungiamo il Nezu Jinja 根津神社, un santuario shintoista dove si trova la cosiddetta “pietra dei grandi letterati” (Bungo ikoi no ishi), su quale si dice che Soseki fosse solito sedersi per trovare l’ispirazione.
The University of Tokyo
university- 7 Chome-3-1 Hongo, Bunkyo City, Tokyo 113-8654, Japan
- ★★★★☆
Nezu Shrine
place of worship- 1 Chome-28-9 Nezu, Bunkyo City, Tokyo 113-0031, Japan
- ★★★★☆
Dove un tempo sorgevano le case di Mori Ogai e Natsume Soseki
Proseguendo verso Sendagi e risalendo la salita Dangozaka, si può visitare invece il Mori Ogai Memorial Museum, costruito nel luogo dove si trovava la casa dello scrittore (purtroppo andata distrutta in due incendi), chiamata Kanchoro 観潮楼, ossia “luogo da cui osservare le maree”, visto che al tempo la casa godeva di una vista sulla baia di Tokyo. Qui Ogai visse dal 1892 fino alla sua morte, nel 1922. Il museo è visitabile al prezzo di 300 yen, e all’interno si possono ammirare manoscritti autografi, lettere e cartoline scritte dall’autore, che permettono di immergersi nella vita e nel pensiero di uno dei protagonisti della modernizzazione culturale del Giappone. Un tocco curioso è dato dal caffè del museo, che rende omaggio al legame dello scrittore con la Germania. Mori infatti visse lì per quattro anni per poi diventare anche un prolifico traduttore di opere dal tedesco. Nel cafè si possono gustare snack come brezel e affettati o le torte baumkuchen, mentre nel piccolo shop si trovano anche bottiglie di vino importate dalla Germania.

Mori Ōgai Memorial Museum
museum- 1 Chome-23-4 Sendagi, Bunkyo City, Tokyo 113-0022, Japan
- ★★★★☆
Proseguendo poco più avanti lungo la stessa strada invece, al 2-20-7 di Mukogaoka, ci attendono i resti della casa di Soseki. Lo scrittore, di ritorno dall’Inghilterra, ereditò la cattedra di letteratura inglese a Todai precedentemente occupata da Lafcadio Hearn e visse per tre anni in quella che divenne nota come “casa del gatto” (猫の家 neko no ie). È qui che appunto scrisse le sue opere d’esordio Io sono un gatto e Il signorino. Purtroppo, ad oggi la casa non si trova più nel suo sito originario (è stata spostata presso il Meiji-mura, un museo all’aperto nei pressi di Nagoya), dove restano soltanto una stele commemorativa e due statue di gatti (la seconda, più nascosta, si trova sul lato destro del muro di recinzione dell’attuale edificio) a ricordare l’eredità del luogo. Per una simpatica coincidenza, nella stessa casa, dieci anni prima, aveva brevemente soggiornato anche Mori Ogai.

Camminando ancora un po’ nella zona, ma questa volta muovendoci in direzione della stazione di Nippori, si può invece arrivare da Habutae Dango, storico negozio di dolci tradizionali giapponesi. Fondato nel 1819, Habutae Dango viene citato da Soseki che pare ci andasse spesso, anche in compagnia del poeta Masaoka Shiki, per assaggiare i famosi dango, dolcetti tradizionali simili a piccole polpette a base di farina di riso e riso glutinoso. Nonostante l’edificio sorga ancora nello stesso identico posto e serva ancora gli stessi dolci, una recente ristrutturazione, piuttosto aggressiva, ne ha profondamente cambiato l’aspetto, rendendolo molto diverso dall’originale costruzione in legno.
Habutae Dango Main Shop
point of interest- 5 Chome-54-3 Higashinippori, Arakawa City, Tokyo 116-0014, Japan
- ★★★★☆
Il talento femminile: Higuchi Ichiyo
Altro nome fondamentale del periodo è quello di Higuchi Ichiyo 樋口一葉 (1872–1896), una delle figure più affascinanti della letteratura giapponese moderna. Vissuta anche lei nel pieno dell’epoca Meiji, fu una delle prime scrittrici professioniste del Giappone e una delle poche donne a guadagnarsi un posto nel canone letterario. Nonostante la sua vita breve – morì a soli 24 anni – ha lasciato un’impronta indelebile con racconti raffinati e profondamente umani, spesso incentrati su donne e bambini dei quartieri popolari di Tokyo. Il suo stile fonde sensibilità classica e osservazione realistica, restituendoci uno spaccato struggente della società giapponese del tempo. La sua immagine ha campeggiato sulle banconote da 5000 yen emesse fino al 2024 e ancora in circolazione.

Per scoprire la città tramite questa autrice, prendiamo nuovamente come punto di partenza Todai. In poco più di dieci minuti a piedi si raggiunge uno dei luoghi più autentici e affascinanti di Tokyo: Kikuzaka 菊坂, dove la celebre scrittrice, rimasta orfana di padre, visse tra il 1892 e il 1895 con la madre e la sorella. Un piccolo gruppo di case in legno miracolosamente sopravvissute a incendi, terremoti e bombardamenti sembra sbucare all’improvviso tra palazzi moderni e strade asfaltate. Qui il tempo sembra davvero essersi fermato.



Sebbene oggi non sia possibile individuare con certezza la casa in cui visse la scrittrice tra le abitazioni originali rimaste, ci sono ancora alcuni elementi architettonici di grande suggestione. Tra questi, il pozzo dove Ichiyo, la madre e la sorella si recavano a lavare i kimono delle vicine per guadagnare qualche soldo e, poco distante, il banco dei pegni Iseya 伊勢屋, dove spesso erano costrette a vendere i propri averi per tirare avanti, prima che la scrittrice raggiungesse il successo. Iseya mantiene intatta la struttura di una casa dei primi del Novecento e può essere visitato gratuitamente: non perdete l’occasione!
Site of Higuchi Ichiyo’s Former Residence
tourist attraction- 4 Chome-32 Hongo, Bunkyo City, Tokyo 113-0033, Japan
- ★★★★☆
Dal signorile Bunkyo al vivace Taito
Prendiamo poi la metropolitana e, dal residenziale quartiere di Bunkyo, ci spostiamo nel più vivace quartiere di Taito, scendendo alla stazione di Minowa. Qui, lungo la strada che all’epoca collegava Ueno a Yoshiwara, il celebre quartiere dei piaceri di Tokyo, Ichiyo si trasferì con la madre e la sorella, per via degli affitti più abbordabili. La situazione cambia drasticamente: il rumore dei risciò che trasportano clienti da e verso Yoshiwara risuona quasi ininterrottamente per tutta la notte. In questo contesto, Higuchi Ichiyo entra in contatto con persone di ogni estrazione sociale, un’umanità variegata e resiliente che troverà spazio nei suoi racconti, in particolare in Takekurabe (Schiena contro schiena). La casa della scrittrice si trova a quello che oggi è il 3-18-4 di Ryusen e dove adesso sorge un museo a lei dedicato. Anche se l’edificio non conserva l’architettura tradizionale, gli interni in legno scuro evocano l’atmosfera delle case di un tempo, e nella collezione permanente è possibile ammirare numerosi oggetti appartenuti a Ichiyo.
Ichiyo Memorial Museum
museum- Japan, 〒110-0012 Tokyo, Taito City, Ryusen, 3 Chome−18−4 台東区立一葉記念館
- ★★★★☆
Passeggiare per Tokyo sulle tracce di Mori Ogai, Natsume Soseki e Higuchi Ichiyo non è solo un viaggio nella città, ma anche un’immersione nella sua memoria letteraria e storica. Questi piccoli itinerari ci permettono di vedere la capitale giapponese sotto una luce diversa, dove ogni piccolo scorcio, vicolo o edificio può diventare una porta d’accesso a un mondo narrativo passato ma ancora vibrante. Visitare i luoghi legati agli scrittori del periodo Meiji ci aiuta a comprendere più a fondo non solo la letteratura giapponese moderna, ma anche le trasformazioni di un Paese alle prese con la modernità. Che siate appassionati lettori o semplici viaggiatori curiosi, seguire le orme di questi autori vi offrirà l’occasione di riscoprire Tokyo come spazio di ispirazione e riflessione.