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Awa Odori: un’esplosione di ritmo, tradizione e gioia nell’estate giapponese

Cultura Estate Festival estivi Tokyo

L’Awa Odori è una delle danze tradizionali giapponesi più conosciute e amate, parte integrante delle celebrazioni estive del periodo dell’Obon, in cui si onorano gli spiriti degli antenati. Originaria della prefettura di Tokushima, sull’isola di Shikoku, l’Awa Odori affonda le sue radici in oltre quattro secoli di storia e folklore. Awa era infatti l’antico nome della provincia di Tokushima, mentre odori significa semplicemente “danza”.

Le origini dell’Awa Odori

Sull’origine dell’Awa Odori circolano varie teorie, alcune leggendarie, altre più documentate. Una delle versioni più popolari racconta che la danza nacque nel 1587, quando il signore feudale Hachisuka Iemasa volle celebrare la costruzione del castello di Tokushima offrendo sakè a tutta la popolazione. L’ebbrezza collettiva avrebbe portato a danze sfrenate, spontanee e rumorose a cui parteciparono persone di ogni classe sociale: samurai, contadini, mercanti e artigiani, gettando le basi per quella che oggi è una delle danze festive più coinvolgenti del Giappone.

Il Bon Odori dei matsuri, tra le ipotesi di origine dell’Awa Odori. Foto: Todd Fong

Un’altra teoria lega l’Awa Odori alle danze del periodo dell’Obon, il Bon Odori, praticato durante l’estate in tutto il Giappone. Secondo questa versione, si tratterebbe di una declinazione locale delle danze dedicate agli spiriti degli antenati. Una terza ipotesi la collega alla furyu, una danza cerimoniale eseguita in ambienti aristocratici e militari, che avrebbe anche influenzato la nascita del teatro Noh. Secondo dei documenti antichi, Masayasu Sogo organizzò una danza furyu nel 1578 presso il castello di Shozui, e da lì si sarebbe sviluppata l’usanza dell’Awa Odori.

In ogni caso, è certo che la danza viene menzionata in documenti ufficiali sin dal XVI secolo, e la sua fama non ha mai smesso di crescere.

L’Awa Odori: forme, ritmi e significati

L’Awa Odori è una danza di gruppo dal ritmo vivace, accompagnata da musiche allegre che trasmettono un’atmosfera animata. Il ritmo vivace in tempo binario è conosciuto come zomeki. Il termine significa anche “chiassoso”: richiama l’idea di una danza appariscente e fa riferimento all’allegria rumorosa e gioiosa che si crea quando si balla accompagnati dalla musica, dagli strumenti e dai canti. I danzatori infatti intonano anche dei canti caratteristici a botta e risposta, in cui chi guida il gruppo urla “yattosa!” e gli altri gli rispondono “yatto-yatto!” e “yoi yoi!”. Questi termini non hanno un significato preciso, ma servono a dare la carica durante la danza.

I danzatori si organizzano in gruppi chiamati ren, spesso formati da membri di ogni età, dai bambini agli anziani, e di entrambi i sessi. Ogni ren ha una propria identità, coreografie, costumi e arrangiamenti musicali.

Il passo di danza base dell’Awa odori è chiamato “camminata di Namba”, in cui il braccio e la gamba dello stesso lato si muovono simultaneamente. Nei vari gruppi si performano due principali forme di danza: la onna odori, la danza femminile, elegante e composta, eseguita con le braccia sollevate e movimenti aggraziati, e la otoko odori, la danza maschile, esuberante e dinamica, caratterizzata da una postura bassa e inclinata in avanti.

Foto: Todd Fong

Le donne indossano dei cappelli di paglia chiamati torioigasa. Il termine significa letteralmente “cappello per spaventare gli uccelli” (era utilizzato nei campi di riso e nei terreni agricoli) e in origine era concepito per nascondere completamente il volto di chi lo indossava. Tirando il cappello fin sopra gli occhi in modo da coprire solo parzialmente il viso, si crea un effetto raffinato e seducente che mette in risalto la nuca della danzatrice.

Il festival di Tokushima

Il cuore pulsante dell’Awa Odori è senza dubbio la città di Tokushima, dove ogni anno, dal 12 al 15 agosto, oltre un milione di visitatori si riversano nelle strade per assistere allo spettacolo offerto dai gruppi di danzatori. La città si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto: i ren sfilano per le vie, i tamburi riecheggiano tra i vicoli, e le lanterne illuminano i volti sorridenti del pubblico e dei danzatori. È una celebrazione collettiva del passato e del presente.

Foto: Todd Fong

Ma l’Awa odori non è confinata a Tokushima: negli anni, ha conosciuto una diffusione capillare in tutto il Paese. Uno degli eventi più significativi al di fuori della città d’origine è senza dubbio il Koenji Awa Odori a Tokyo.

Il Koenji Awa Odori: Tokushima nel cuore della capitale

Nel cuore del quartiere alternativo di Koenji, nella zona ovest di Tokyo, ogni estate si svolge il secondo festival di Awa odori più importante del Giappone. Nato nel 1956, il Koenji Awa Odori è diventato un appuntamento imperdibile dell’estate tokyoita. Quest’anno, l’evento si terrà sabato 23 e domenica 24 agosto 2025, dalle 17:00 alle 20:00.

Il festival ospita ogni anno circa 12.000 danzatori suddivisi in 180 ren, che sfilano lungo le strade del quartiere. Per orientarsi tra le vie affollate, è possibile procurarsi delle mappe gratuite distribuite dagli organizzatori, che indicano i migliori punti di osservazione. In alcune aree ci sono anche posti a sedere a pagamento, ma l’atmosfera più autentica si respira lungo le strade, mescolandosi alla folla, sedendosi in terra e lasciandosi trasportare dai ritmi incalzanti. Il corteo di ogni ren è aperto dal portatore delle takahari chochin, due lanterne di grandi dimensioni fissate all’estremità di un lungo palo con ben visibile il nome del gruppo scritto sopra.

Successivamente arrivano i narimono, la sezione musicale che accompagna la danza. Gli strumenti principali sono: la campana kane, un piccolo gong che segnala i cambi di ritmo e le pause; lo shime-daiko, un tamburo piccolo e dal suono acuto che crea un ritmo vivace; lo o-daiko, un grande tamburo dal suono profondo e potente, che rende l’esperienza fisica e vibrante; lo shamisen, strumento a tre corde che dona coerenza al ritmo; il fue, il flauto che suona la melodia principale. Alcuni gruppi più numerosi aggiungono anche lo tsuzumi (tamburo a clessidra) e il flauto shakuhachi.

Grazie alla musica, ai costumi, e alla danza, l’Awa Odori di Koenji riesce a coinvolgere ed entusiasmare il pubblico attraverso esperienze visive e sonore sempre diverse. La sua bellezza sta proprio nella natura inclusiva e collettiva: danzatori esperti si esibiscono accanto a principianti, bambini e anziani danzano insieme interagendo con gli spettatori, con lo scopo di partecipare tutti in un momento di gioia.

Un’immersione sensoriale nel cuore dell’estate giapponese

Partecipare al Koenji Awa Odori significa immergersi in un’esperienza multisensoriale: i tamburi risuonano nel petto, i costumi colorati e le lanterne creano un caleidoscopio visivo, i canti dei danzatori si mescolano alle risate e alle esclamazioni del pubblico, e i profumi del cibo di strada che proviene dagli yatai (chioschi) completano l’atmosfera estiva. Spiedini yakitori, takoyaki, granite kakigori e birra ghiacciata accompagnano lo spettacolo.

È una delle poche occasioni in cui la frenesia urbana di Tokyo si trasforma in festa popolare, e il quartiere di Koenji si veste di tradizione.

  • Kōenji Station


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  • 4-chōme-48-2 Kōenjiminami, Suginami City, Tokyo 166-0003, Japan
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Come arrivare a Koenji

Koenji è facilmente raggiungibile dal centro di Tokyo ed è servita da diverse linee ferroviarie. Dalla stazione di Shinjuku, si può prendere la JR Chuo Line (Rapid), Koenji è a sole due fermate, a circa 6 minuti di viaggio. Altrimenti si può optare per la JR Chuo-Sobu Line, che ferma in più stazioni intermedie e impiega circa 10 minuti da Shinjuku. La stazione di Koenji è particolarmente affollata nei giorni del festival, quindi si consiglia di arrivare con anticipo.

Se ci si trova a Tokyo in agosto, vale assolutamente la pena cogliere l’occasione di vivere in prima persona questa esplosione di energia e vitalità, scoprendo che, come dice un proverbio giapponese legato alla danza, “anche gli sciocchi danzano, ma solo gli sciocchi stanno a guardare, allora tanto vale ballare!”.

Foto di copertina: Maria Peñascal


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Marta Fanasca

Ricercatrice e autrice specializzata in studi sul Giappone contemporaneo, con un focus su genere, sessualità e sottoculture. Appassionata di anime, manga, viaggi e fotografia urbana, ama esplorare le città da prospettive inedite, cogliendone gli angoli nascosti attraverso l’obiettivo e raccontando le trasformazioni della società giapponese con uno sguardo sensibile e curioso.

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