Il Giappone è la patria dei Pokémon e, per me, fanno parte della cultura giapponese fin da quando ero bambina. Anche se il primo videogioco è uscito nel 1996, l’entusiasmo per queste creature fantastiche continua a crescere. Oggi in Giappone si trovano numerosi Pokémon Center e negozi specializzati in merchandising, oltre a caffè a tema che offrono cibi e bevande ispirati all’universo Pokémon, e dal 2026 anche un intero parco dedicato. Nuovi giochi, film e prodotti escono ancora regolarmente, ed era solo questione di tempo prima che anche il turismo entrasse nel mondo Pokémon. È così che nascono i tombini Pokémon, i PokéFuta.
Da dove arriva il culto dei tombini decorati in Giappone?
Quando si viaggia in Giappone, vale davvero la pena guardare dove si mettono i piedi: i tombini, infatti, spesso non sono affatto banali. Molti presentano design particolari, che includono simboli o elementi legati alla città o alla zona in cui si trovano. L’idea dei tombini decorati nacque negli anni ’80, quando un dipendente del Ministero delle Infrastrutture propose un design accattivante per sensibilizzare l’opinione pubblica e aumentare l’accettazione dei costosi lavori di modernizzazione del sistema fognario. Oggi, oltre il 90% dei comuni giapponesi ha almeno un tombino decorato, e in tutto il Paese esistono più di 10.000 design diversi.
Come era prevedibile, è nata una vera e propria community di collezionisti e appassionati, che fotografano i tombini, condividono le immagini online o raccolgono le speciali carte da collezione distribuite in varie località.
PokéFuta: le origini dei tombini Pokémon e dove trovarli in Giappone
Anche i Pokémon si sono uniti alla cultura dei tombini decorati. Dal 2018, un numero sempre maggiore di tombini a tema Pokémon è stato installato in tutto il Giappone. Vengono chiamati PokéFuta in giapponese, oppure Poké Lids in inglese. Esiste persino un sito ufficiale dedicato ai tombini Pokémon, disponibile in diverse lingue.
Il progetto PokéFuta è iniziato nel dicembre 2018 con nove tombini raffiguranti Eevee e le sue evoluzioni, installati nella città di Ibusuki, nella prefettura di Kagoshima. Il motivo della collaborazione può sembrare banale: il nome “Ibusuki” ricorda l’espressione giapponese “Eevee suki” (イーブイ好き), ovvero “mi piace Eevee”. Tuttavia, la scelta è stata anche strategica: l’obiettivo era attirare più turisti in questa località poco conosciuta, sfruttando la popolarità del fenomeno Pokémon.
Negli ultimi anni, sempre più prefetture hanno seguito l’esempio di Kagoshima, inclusa Yokohama, dove ogni estate viene organizzato un grande evento dedicato a Pikachu. Proprio qui, nell’agosto 2019, sono stati installati tombini raffiguranti il celebre topo elettrico, due dei quali si trovano direttamente davanti alla stazione di Sakuragicho. In più, per un periodo limitato, ne sono stati aggiunti altri quattro che insieme formavano la scritta YOKOHAMA. Tutti i tombini Pokémon permanenti possono essere “collezionati” digitalmente sotto forma di timbri nel gioco Pokémon GO.
Sakuragichō Station
TRANSIT STATION- Japan, 〒231-0062 神奈川県横浜市中区桜木町1丁目1
- ★★★★☆
Tokyo ha dovuto aspettare a lungo per avere i suoi primi tombini Pokémon. Nell’agosto 2020 ne sono stati installati sei, tutti con Pokémon della prima generazione. Uno di questi è stato anche il centesimo PokéFuta. Si trovano tutti nel Parco Serigaya, a Machida (nell’area occidentale di Tokyo), per un motivo molto speciale: è proprio qui che Satoshi Tajiri, il creatore dei Pokémon, ha trascorso l’infanzia osservando e collezionando insetti e altre creature nei campi e nei parchi della zona, trovando l’ispirazione per inventare i Pokémon.
Serigaya Park
TOURIST ATTRACTION- Japan, 〒194-0013 Tokyo, Machida, Haramachida, 5 Chome−16
- ★★★★☆
Tra i tombini più recenti ci sono quelli installati a Kyoto. Dal 30 marzo 2021, nell’ex capitale giapponese è possibile trovare cinque PokéFuta raffiguranti Pokémon della seconda generazione: un omaggio al fatto che questa generazione, nei giochi, è ambientata nella regione di Johto, ispirata proprio al Kansai.
Pianificare un viaggio per andare a caccia di tombini Pokémon
Seguendo il famoso motto dei Pokémon, “Gotta Catch ‘Em All!”, potreste proporvi un obiettivo diverso: collezionare tutti i tombini Pokémon… con una foto. Ognuno ha un design unico, ideale da immortalare come ricordo di viaggio. Esiste anche del merchandising dedicato ai PokéFuta, perfetto come souvenir.
Attualmente potete trovare i PokéFuta in 15 delle 47 prefetture giapponesi, ma il numero è in costante aumento. Questo significa più mete da esplorare e un’ottima scusa per tornare in luoghi già visitati. Ogni tombino ha una storia particolare legata alla sua posizione: i Pokémon scelti e il design non sono mai casuali.
Per esempio, nella città di Ojiya, nella prefettura di Niigata, nota per essere il luogo d’origine delle carpe koi multicolori, i tombini raffigurano Magikarp, il Pokémon pesce ispirato proprio a una carpa. La prefettura di Tottori, famosa per le sue dune di sabbia, ha scelto Sandshrew, un Pokémon che vive in ambienti desertici.
Nella prefettura di Kagawa, Slowpoke è diventato la mascotte ufficiale. Il motivo? Il suo nome giapponese, Yadon, suona molto simile a “udon”, la specialità per cui la regione è famosa. Miyazaki, invece, ha scelto Exeggutor, un Pokémon che ricorda una palma, perfetto per trasmettere il carattere tropicale della zona.
Anche la prefettura di Miyagi ha deciso di promuovere il turismo con l’aiuto di una mascotte Pokémon: Lapras, un Pokémon acquatico molto amato. Ben 35 tombini PokéFuta con Lapras sono stati installati in tutta la prefettura. Uno di questi si trova nel quartiere commerciale di Sendai e celebra il famoso Tanabata Matsuri organizzato dalla città ogni estate.
Potrei continuare a elencare molte altre prefetture e Pokémon, ma il bello è proprio scoprirli da sé. I PokéFuta vi porteranno fuori dai percorsi più battuti e vi invitano a esplorare il Giappone in modo nuovo. Prima del vostro prossimo viaggio, date un’occhiata al sito ufficiale dei tombini Pokémon: potreste scoprire destinazioni che altrimenti non avreste mai pensato di visitare!
Tradotto da Anna Toccoli
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