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Quando si parla di pellegrinaggi si pensa subito al Cammino di Santiago di Compostela. Ma c’è un altro pellegrinaggio, meno conosciuto ma altrettanto affascinante, che si nasconde tra le meraviglie del Giappone: il cammino degli 88 Templi. Questo percorso unico nel suo genere si trova nello Shikoku, una delle principali isole del Giappone, ed è un vero e proprio gioiello nascosto.

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Un pellegrino si incammina verso il tempio
Il tempio Kirihataji, immerso nella natura, presenta 333 gradini di pietra.

Shikoku, spesso trascurata dai turisti, offre paesaggi che tolgono il fiato: foreste verdi e rigogliose, colline dolcemente ondulate e coste spettacolari che sembrano uscite da un dipinto. Lungo il pellegrinaggio, si incontrano villaggi pittoreschi dove il tempo sembra essersi fermato, sorgenti termali dove rilassarsi dopo una lunga giornata di cammino e festival locali che esplodono di colori e tradizioni.

Percorrere i circa 1200 km di questo antico itinerario è un’esperienza che va oltre la semplice visita turistica. Ogni tempio racconta una storia, ogni sentiero rivela un angolo di natura incontaminata, e ogni incontro con la gente del posto e con gli altri pellegrini arricchisce il viaggio con un tocco di autenticità.

Il cammino dello Shikoku e le sue origini

Il cammino dello Shikoku, conosciuto anche come Shikoku Henro (四国遍路) o Pellegrinaggio degli 88 Templi, è un percorso circolare che si snoda attraverso le quattro prefetture dell’isola e comprende, appunto, 88 templi unici. Le radici di questo pellegrinaggio affondano in una storia antica di circa 1200 anni. Si dice che il monaco Kukai abbia percorso queste terre, forgiando la sua spiritualità e lasciando ai posteri il cammino che oggi conosciamo.

Kukai (774-835), noto anche come Kobo Daishi, è il fondatore della scuola buddista Shingon. Nel 812, Kukai fu ufficialmente riconosciuto come Maestro del Buddismo Esoterico” in Giappone. Pochi anni dopo, stabilì il centro di ritrovo e studio del buddismo Shingon sul sacro Monte Koya, nella prefettura di Wakayama. La leggenda narra che ancora oggi Kukai sia in uno stato di profonda meditazione e che risieda sul Monte Koya, meta finale del pellegrinaggio degli 88 Templi.

Fasi del pellegrinaggio: le quattro prefetture dello Shikoku

Il percorso si sviluppa attraverso le quattro prefetture dello Shikoku: Tokushima, Kochi, Ehime e Kagawa; ognuna rappresenta una fase spirituale del cammino.

  • Tokushima: Risveglio Spirituale (Hosshin dojo) – Questa fase comprende i templi dal numero 1 al numero 23 e segna l’inizio del viaggio spirituale.
  • Kochi: Formazione Ascetica (Shugyo dojo) – Comprendendo i templi dal numero 24 al numero 39, questa fase rappresenta le sfide della disciplina e dell’autodisciplina. In questa parte del pellegrinaggio si affrontano lunghe distanze e terreni difficili.
  • Ehime: Illuminazione (Bodai dojo) – I templi dal numero 40 al numero 65 si trovano in una zona famosa per i suoi paesaggi naturali e sorgenti termali.
  • Kagawa: Raggiungimento del Nirvana (Nehan dojo) – Questa fase finale, con i templi dal numero 66 al numero 88, rappresenta la riflessione e la preparazione per il ritorno alla vita quotidiana.
Vasca di abluzione con la mappa degli 88 templi
Una vasca di abluzione con la mappa degli 88 templi, al tempio Gorakuji.

Da dove partire per il cammino degli 88 templi

In Giappone, chiunque può diventare un pellegrino, non ci sono discriminazioni di nazionalità o religione. Il Pellegrinaggio degli 88 Templi di Shikoku accoglie tutti con le sue antiche vie e i suoi templi sacri. Ci sono diversi modi per affrontare questo percorso. Molti pellegrini scelgono il jun-uchi, il metodo tradizionale, partendo dal tempio numero 1 e procedendo in ordine fino al tempio numero 88. Altri optano per il gyaku-uchi, il pellegrinaggio al contrario, iniziando dal tempio numero 88 e arrivando al tempio numero 1. Si dice che questo metodo sia particolarmente potente durante gli anni bisestili, portando fortuna e benedizioni speciali a chi lo intraprende.

Per alcuni, il pellegrinaggio è un viaggio da completare tutto in una volta, un’esperienza intensa e trasformativa conosciuta come toshi-uchi. Altri preferiscono un approccio più diluito, completando il percorso poco a poco, metodo chiamato kugiri-uchi, che consente di esplorare il pellegrinaggio in più tappe, magari ritornando anno dopo anno.

La verità è che non esiste un modo giusto o sbagliato per affrontare questo affascinante cammino. Ogni persona trova il proprio ritmo e la propria via, scoprendo che il pellegrinaggio è tanto un viaggio interiore quanto un’avventura di scoperta dell’incantevole isola di Shikoku.

Come e quando muoversi per il viaggio alla scoperta dello Shikoku

Il pellegrinaggio può essere affrontato in diversi modi: a piedi, in bicicletta, in auto, utilizzando i mezzi pubblici o una combinazione dei precedenti. Ogni metodo offre una prospettiva unica e richiede una preparazione adeguata.
Camminare è il modo tradizionale, un’esperienza immersiva che può richiedere dai 40 ai 60 giorni di cammino, permettendo di assaporare ogni passo del viaggio. Noleggiare un’auto invece consente di completare il percorso in circa 10-15 giorni, offrendo maggiore flessibilità e velocità.

I mesi migliori per intraprendere questo percorso sono marzo, aprile, maggio, ottobre e novembre. Durante queste stagioni, il clima è generalmente mite e piacevole, ideale per esplorare l’isola. Tuttavia, il tempo atmosferico dello Shikoku varia notevolmente da una parte all’altra dell’isola. La sezione del percorso che segue la costa del Mare Interno di Seto è meno soggetta a precipitazioni, offrendo un clima più stabile rispetto alla parte sull’Oceano Pacifico. Se decidete di camminare, è importante considerare che l’estate giapponese porta con sé temperature molto elevate e un alto tasso di umidità, rendendo il viaggio particolarmente impegnativo. In autunno, invece, si possono incontrare dei tifoni, poiché è la stagione in cui sono più frequenti.

Usi e costumi: chi sono gli Ohenro-san e cosa fare al tempio

I pellegrini sono chiamati Ohenro-san (お遍路さん) e generalmente si riconoscono dall’abbigliamento, anche se non tutti decidono di utilizzare quello tradizionale.

Due pellegrini si dirigono verso il tempio
Due pellegrini si dirigono verso l’Hondo al tempio Nagaoji, riconoscibili per il loro abbigliamento.

La prima cosa che solitamente si nota è il classico cappello conico di paglia chiamato sugegasa, ottimo per proteggere dagli eventi atmosferici come pioggia e sole. Tra i vestiti tradizionali spiccano lo hakui, ovvero la veste, e la stola chiamata wagesa. Vari sono gli accessori usati dai pellegrini e sono solitamente contenuti all’interno di una piccola borsa a tracolla chiamata zadabukuro. Tra questi oggetti troviamo jirei, una campanella suonata alla fine di ogni sutra, il rosario buddista juzu, il bastone del pellegrino kongotsue. Quest’ultimo si dice essere la personificazione di Kukai che guida la strada del pellegrino.

Per ogni tempio è possibile ottenere un sigillo ufficiale (goshuin) che attesta la visita. Questo viene solitamente scritto all’interno del nokyocho, il quaderno del pellegrinaggio.

I pellegrini sono accolti con calore e rispetto dagli abitanti dello Shikoku, infatti una forma tradizionale di cortesia è l’osettai. Osettai è un piccolo dono, come degli snack, della frutta o da bere. Ricevere un osettai non solo è solo una forma di cortesia ma un incoraggiamento per mantenere alta la motivazione in un percorso così impegnativo. A noi è capitato più volte di ricevere un osettai e posso confermare che fa la differenza. Si crede inoltre che questo gesto sia anche un atto spirituale di condivisione del percorso da parte di chi lo offre.

Pellegrino prega al tempio
In qualità di pellegrini, è importante essere rispettosi e onorare i rituali tradizionali.

Durante la visita ai templi, è consigliato seguire una serie di gesti e rituali, anche se non sono obbligatori, per onorare la tradizione e arricchire l’esperienza spirituale:

  • All’ingresso principale del tempio, fermatevi sulla sinistra, unite le mani e fate un inchino. Questo semplice gesto segna il rispetto e l’intenzione di partecipare al sacro rituale che state per intraprendere.
  • Alla vasca di abluzione, purificatevi lavando le mani e sciacquando la bocca. Questo atto simbolico di pulizia prepara a entrare in uno stato di purezza e reverenza.
  • Suonate la campana una volta sola per annunciare il vostro arrivo. È importante ricordare che suonare la campana quando si lascia il tempio è considerato di cattivo auspicio.
  • Al tempio principale, hondo (本堂), accendete una candela e un incenso, offrite l’osamefuda (納札), una striscia di carta con il vostro nome e la data, e mettetela nell’apposita scatola. Fate una piccola offerta e prendetevi un momento per pregare, permettendo alla sacralità del luogo di permeare la mente e il cuore.
  • Dirigetevi poi all’edificio dedicato a Kukai, Daishido (大師堂), e ripetete i gesti fatti al tempio principale. Questa reiterazione rafforza la connessione spirituale con Kukai e l’importanza del pellegrinaggio.
  • Prima di uscire non dimenticatevi di visitare l’ufficio del tempio, Nokyosho (納経所), dove potete ricevere il sigillo che attesta la vostra visita.
  • All’uscita, fermatevi di nuovo sulla sinistra, voltatevi verso il tempio e fate un inchino. Questo ultimo gesto di rispetto chiude il cerchio della vostra visita, lasciandovi con un senso di gratitudine e serenità per l’esperienza vissuta.

Dove alloggiare durante il vostro viaggio nello Shikoku

Ci sono diversi tipi di alloggi disponibili, ryokan, hotel, guest house, e in alcuni casi prevedono colazione e cena. Per rendere ancora più unica questa esperienza è possibile alloggiare presso alcuni templi, una pratica chiamata shukubo. Le stanze possono essere individuali oppure per gruppi con bagni in comune. Solitamente nel tempio principale, la sera o la mattina presto si tiene il rito di preghiera buddista e gli ospiti sono incoraggiati a parteciparvi.

Minivan nel parcheggio del tempio
Il minivan che ci ha accompagnati nella nostra avventura, parcheggiato al tempio Kumadanji.

Un’alternativa divertente è quella di viaggiare in minivan come abbiamo fatto noi. Questo ci ha permesso non solo di esplorare la natura incontaminata di quest’isola ma anche di forgiare il viaggio secondo le nostre esigenze.

Come arrivare al Tempio numero 1, Ryozen-ji, da Tokushima

Con i mezzi pubblici: in treno con la linea Kotoku Line (高徳線) dalla Stazione di Tokushima, fermata Bando (板東駅); da lì proseguire a piedi per circa 700 metri. Con l’autobus 133, Naruto Oasa Line (鳴門・大麻線 徳島バス), fermata Ryōzenji Mae (霊山寺前).

In auto: circa 30 minuti dalla stazione di Tokushima.

I templi indicativamente sono aperti dalle 8:00 alle 17:00; alcuni di essi prevedono un costo d’ingresso (circa 300-700 yen) con pagamento in contanti.

Il Pellegrinaggio degli 88 Templi dello Shikoku è più di un semplice viaggio fisico: è un’esperienza che intreccia cultura e natura in un modo unico e indimenticabile. Questo pellegrinaggio offre infatti la possibilità di esplorare zone di incredibile bellezza, poco battute dai turisti e piene di storia e leggende. Shikoku svela il suo cuore, un passo alla volta, offrendo a chi lo percorre una visione autentica e profonda del Giappone; regalando un’avventura che rimane impressa a lungo anche dopo il suo completamento.

Elena Tokyographic

Elena Tokyographic

Creativa multimediale a Tokyo dal 2015, ma 100% made in Italy. Nel tempo libero amo girare per la città, catturarne l'essenza attraverso la mia macchina fotografica e immergermi in mostre d'arte e libri. La mia curiosità mi spinge a cercare costantemente nuove esperienze e prospettive, rendendomi difficile stare ferma.

https://www.elenatokyographic.com/

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